Barcellona-Napoli, la chiave tattica: il big match in cinque duelli

Per tradizione e schema, il Barça busserà forte sulle ali

Ciccio Calzona
Ciccio Calzona
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Lunedì 11 Marzo 2024, 08:00 - Ultimo agg. 12 Marzo, 07:39
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La tentazione di sparare sulle locandine Lewandowski contro Osimhen è forte perché sono personaggi strabordanti che assicurano il pienone a bordo ring. Ma domani sarà soprattutto Barcellona-Napoli, perché Xavi e Calzona guidano squadre che puntano sulle genialate delle loro stelle ma anche sull'organizzazione, su una identità di gioco, anche se diversissime. L'1-1 dice che anche il Barça deve vincere, non solo il Napoli. La trama dovrebbe essere: loro attaccano, il Napoli aspetta. Ma le squadre le fanno gli uomini, perciò al Montjuic il destino sarà segnato anche dai duelli individuali. Magari sono nomi da gregari, ma evidenziamo il pericolo: le fasce. Per tradizione e schema, il Barcellona busserà forte sulle ali, avendo terzini bravi a ripartire e sovrapporsi. Pericolo aggravato quando gli sguscianti Yamal, Joao Felix, ma anche Raphinha e Cancelo. Per disinnescare il pericolo e ristabilire la parità numerica, Calzona dovrà scalare con tempismo in soccorso di Di Lorenzo e Olivera (o Mario Rui). Meglio per il Napoli se Traore e Anguissa riusciranno a restituire le aggressioni alzandosi spesso. 

Tutti sulle tracce di Osimhen 

La superiorità atletica di Osimhen è stata vitale per pareggiare la gara dell'andata: solo lui poteva liberarsi di Inigo Martinez in quella maniera, quasi a colpo di sportellate. Un robusto buttafuori, Inigo. Ma non solo lui: Ronald Araújo è l'altro difensore che si occuperà del nigeriano. Per sorprenderli ed entrare, Victor dovrà presentarsi al momento giusto, quando i due centrali difensivi non sono coperti dalla linea mediana e può spendere la sua tecnica nell'uno contro uno, soprattutto con Inigo, più legnoso nel corpo a corpo: la roccia del Napoli, in questi ultimi venti giorni, ha segnato cinque reti e ogni volta che può centra la porta. In ogni caso, il Napoli pende dalle sue labbra, è Osi-dipendente. Andrà via tra pochi mesi ed è all'ultima grande apparizione con la maglia del Napoli: dipende solo da lui, o meglio molto da lui, se poi ci saranno margini per i quarti di finale e per un'altra vetrina europea.

Certo, troverà difensori solidi, massicci. Lontanissimi parenti di quelli della serie A. E anche arbitri poco tolleranti e assai permissivi per le sue alzate di testa. Il nigeriano da solo è in grado di togliere qualche riferimento all'organizzazione difensiva del Barcellona ma è chiaro che con il sostegno del resto del tridente e degli interni, potrebbe anche avere una diversa interpretazione degli spazi. 

Kvara vs Koundè tra strappi e sgasate 

Non sfugge che per raddrizzare la partita del Maradona, preso il gol, Calzona ha sacrificato proprio Kvara, gettando nella mischia Lindstrom e Traore. Non un dettaglio di poco conto: l'economia delle fasce sarà determinante alla resa dei conti e il georgiano deve inventare, ma anche dare una mano a sostegno. Xavi manderà Gundogan e magari anche il baby Yamal a esercitare il primo pressing su Kvara che poi verrà affrontato negli ultimi trenta metri da Koundé. Normale che dovrà essere soccorso dai centrali o dall'innalzamento del terzino. La tattica è chiara ed è quella che ieri sulla lavagna Calzona ha mostrato: Xavi deve impedirgli di sgommare da lontano, come ama, e arrivare lanciato. Dunque, bene che il georgiano si aspetti la trappola e si attrezzi. Annusi il campo e comprenda dove piazzarsi. Vero che è un artista, ma Ciccio vuole che recuperi anche palloni. Gran parte della forza creativa degli azzurri risiede nei pensieri e nei piedi di Kvara. Inaridire questa fonte vorrebbe dire fermare molto del Napoli. Ma il georgiano, anche quando si butterà tra le linee, è il miglior cavallo di Troia per espugnare il Barcellona, perché senza la sua ispirazione difficile immagine il blitz sul campo dei catalani. Ma troverà soldati di valore, tosti, dall'altra parte. Che nel match di andata lo hanno limitato. E non poco. 

Christensen e Lobotka, ciak si gira 

Lobotka sarà il palleggiatore principale del Napoli nella sfida a distanza contro Christensen e l'altro mediano che sceglierà Xavi. L' abbinamento può sembrare bizzarro. In realtà, se considerate il raggio di azione dei due nelle partite precedenti, capirete che sono destinati a incrociarsi spesso. Lo slovacco, al solito, deve rappresentare il faro della manovra e toccherà a lui ricevere il pallone per iniziare l'azione dal basso e smistare rapidamente il gioco per evitare il pressing del Barcellona. Nella formazione catalana, almeno all'andata, c'erano due mediani davanti alla difesa a quattro, con i due centrocampisti (l'altro domani potrebbe essere Gungodan) alla ricerca della schermata continua. Decisive saranno le verticalizzazioni, le imbucate centrali per cercare direttamente Osimhen o la giocata improvvisa su Politano e Kvara. Serve la velocità di pensiero per occupare rapidamente lo spazio libero dove ricevere i passaggi e velocità nella giocata per trovare il più rapidamente possibile l'uomo libero: non basta, serve a Lobotka l'assistenza dei due suoi pretoriani, sempre in ombra negli ultimi tempi. Anguissa e Traore devono darsi una svegliata importante, sennò sarà tutto in salita. 

Rrahmani e Lewandowski, fuori i muscoli

Sì, ha segnato lui all'andata. E lo ha messo in difficoltà, ma alternative non ce ne sono: Rrahmani (ancora in dubbio, ieri ha svolto personalizzato, si decide solo oggi) dovrebbe rivedere Lewandowski e in queste ore che si è allenato poco. Ostigard è pronto, ha grinta, personalità. Ma poco mestiere per tentare di fermarlo. In ogni caso, questo passa il convento. Se recupera, sullo scacchiere dovrebbero trovarsi faccia a faccia, anche se il polacco ha ampio raggio d'azione. A turno quindi uscirà il centrale di destra e Juan Jesus, per morderlo, a seconda delle oscillazioni del numero 9 del Barcellona. Ovvio che non bastano i due centrali difensivi per evitare guai: l'apporto dei tre centrocampisti sarà fondamentale visto che nella gara del Maradona la loro eccessiva timidezza ha consentito al Barcellona di gestire il ritmo e il sostanziale controllo per almeno due terzi della partita. Fino al gol del vantaggio. Chiaro che da tempo è evidente a tutti (tranne a De Laurentiis) che il problema sia proprio là dietro: ha perseverato a gennaio nel non prendere un centrale (Perez dell'Udinese è saltato per una commissione da 700mila euro). Si arriva alla sfida più importante dell'anno con Rrahmani ancora in dubbio (in ogni caso sono sette giorni che non si allena) e la grande probabilità che al gran galà si presenti con la coppia di difensore che con Spalletti ha sempre fatto panchina. 

I numeri 1 per blindare la difesa 

Ter Stegen contro Meret: che duello a distanza di cento metri. Eppure in queste notti gli eroi sono sempre loro, i portieri. Anche quando da giorni si allenano all'ipotesi che possa pure finire ai calci di rigore la sfida di domani sera. T er Stegen, portiere del Barça, per quasi tre mesi ha deciso di fermarsi per sottoporsi a un'operazione chirurgica legata da un problema a un'ernia lombare, che lo ha portato in sala operatoria l'8 dicembre a Bordeaux. È rientrato alla vigilia della gara con il Napoli: è uno dei migliori portieri al mondo e per la sicurezza che trasmette tra i pali. Ma anche per la sua sulla leadership. Normale che Inaki Pena sia tornato in panchina: Meret è l'eterno giovane che promette ma fatica ancora a mantenere. Pure lui a un bivio, perché a fine anno deciderà se è il caso di rinnovare oppure è arrivato il momento di trovare acque più calme rispetto a queste del golfo di Napoli. Col Torino tra i migliori, ma le sue indecisioni restano sempre dietro l'angolo. Ma anche qui, c'è poco da girarsi intorno: e non è la notte giusta per pensare al passato o al futuro. Bisogna fare la differenza. E nel bene - o nel male - uno dei due la farà. Perché questo è il destino: Gollini lo sta aiutando in queste ore a caricarsi e a prepararsi alla notte con il Barcellona. Insieme hanno visto decine di immagini degli attaccanti catalani. E anche come tirano i rigori. 

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