Credere, sperare e attendere, altro non c’è da fare: questa stagione è una tortura ma oggi il Napoli, nella fatal Empoli (brucia ancora la resa-scudetto di due anni fa), con i tre punti, potrebbe almeno continuare a vagheggiare uno stramiracolo. Sei giornate alla fine di una stagione terribile, eppure il Napoli è a un passo dall’Europa dei poveri (orsù, almeno l’Europa League o la Conference non possono sfuggire anche perché ben cinque italiane si godranno la Champions) e sospira all’idea che la Roma (o l’Atalanta) vincano la coppa. Perché in quel caso, anche il sesto posto darebbe il pass per la SuperChampions. Un sogno quasi insperato a cui aggrapparsi. Ma che deve spingere il Napoli a fare 18 punti nelle prossime sei gare: il minimo sindacale per farsi perdonare da questa assurda annata. Poi si vedrà cosa succederà. Riuscirà questa prospettiva a scuotere il Napoli? Ciccio Calzona ritorna sul vecchio campo dove è cresciuto assieme al maestro Sarri (a proposito, sta facendo un pensierino se stasera andare allo stadio). La difesa dei mal di pancia è in piena emergenza, ma si sapeva. I due squalificati, Rrahmani e Mario Rui, verranno sostituiti da Ostigard e Mazzocchi. Per il resto, tutto resta immutato. Anche Cajuste e Traoré, che pure scalpitavano, dovranno lasciar posto ancora ad Anguissa e Zielinski. Chissà, se è la mossa giusta.
La crisi
Calzona insegue la vittoria per dare un senso a un finale di stagione dove bisogna arrivare almeno settimi.
Il tridente
Un po’ tutti cominciano ad averne abbastanza di questo Napoli, che illude ma non conclude, che promette e non mantiene, che chiacchiera e non concretizza nulla. Chiedere a Calzona di combattere, a fine aprile, l’inquietante tendenza collettiva alle frane psicofisiche, vuol dire pensare che abbia doni divini. Che non ha. Fiducia a Osimhen e Kvara. L’Empoli deve salvarsi, è nel sottovuoto di chi lotta per restare in A. Avrà fame e sangue negli occhi. Davide Nicola, dopo la rimonta record con la Salernitana, insegue il bis a Empoli. Dice: «Siamo nella condizione di voler recuperare quel punto che abbiamo perso domenica a Lecce, a prescindere dall'avversario dobbiamo mettere tutto noi stessi. La differenza la fa la voglia di lottare». E ancora: «Il Napoli era una macchina perfetta, non so cosa sia successo quest’anno. Con Calzona stanno facendo vedere i movimenti tipici di quel Napoli. Abbiamo cercato di studiarli a fondo. Dobbiamo fermarli». D’altronde, non è una mission impossibile di questi tempi.