Napoli-Bologna, la prima volta senza Antonio Juliano

Bandiera del club azzurro, Totonno chiuse la carriera in rossoblù

Juliano capitano del Bologna e Savoldi capitano del Napoli il 22 aprile 1979 allo stadio San Paolo
Juliano capitano del Bologna e Savoldi capitano del Napoli il 22 aprile 1979 allo stadio San Paolo
Francesco De Lucadi Francesco De Luca
Venerdì 10 Maggio 2024, 18:00 - Ultimo agg. 11 Maggio, 09:36
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Il primo Napoli-Bologna senza Antonio Juliano. Che lui, autentica bandiera azzurra, giocò anche dall'altra parte, il 22 aprile del 1979, nell'ultima sua stagione vissuta da emigrante in un'altra bella città e in una piazza calcisticamente più tranquilla. Il sogno sarebbe stato quello di dare l'addio in maglia azzurra, con la fascia al braccio sinistro, magari facendo un giro di campo per salutare la sua gente.

Ma l'estate del 1978 fu tormentata per Totonno, leader assoluto dello spogliatoio. Non chiuse il contratto con il presidente Corrado Ferlaino - all'epoca erano annuali - e si trasferì a Bologna, ultima tappa di una carriera che lo aveva portato a giocare (purtroppo poco) nella Nazionale campione d'Europa nel '68 e vice campione del mondo nel '70.

Quella domenica di 45 anni fa Juliano era il capitano del Bologna, che perse per 2-1 al San Paolo.

Non fu “core 'ngrato”, ci mancherebbe. L'azzurro è stata la seconda pelle per Antonio, che si è spento nello scorso dicembre in una stanza dell'ospedale Fatebenefratelli in via Manzoni, a poche centinaia di metri dalla villa di via Belsito dove viveva con la moglie Corinne.

Sarebbe tornato dopo un anno nel Napoli, da manager, piazzando nel 1980 il colpo Krol. E quattro anni dopo Maradona. No, non avrebbe comunque assistito in tv a questo Napoli-Bologna che ha un senso più forte per i rossoblù che per gli azzurri, perché la squadra che emozionò con Spalletti deve accontentarsi di sperare nella qualificazione in Conference League, quella che De Laurentiis ritiene senz'altro una “coppetta”.

In questo Napoli oggettivamente allo sbando sarebbe servita una figura come Juliano, uomo con le spalle larghissime, sempre attento a non scaricare le responsabilità sul vicino di scrivania o sull'allenatore. 

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