Il coraggio non manca a questi signori della panchina, 2.124 partite complessivamente nei loro curriculum di allenatori. Claudio Ranieri, ormai settantenne, tornò agli inizi della sua carriera e in serie B, accettando la proposta del Cagliari, portato in serie A dopo aver vinto la finale in casa del Bari della famiglia De Laurentiis. Walter Mazzarri è tornato a Napoli un mese fa accettando una sfida con se stesso, dopo un periodo di inattività in cui ha studiato calcio e ha smaltito le scorie della burrascosa interruzione del rapporto con il Cagliari, terminato il 2 maggio 2022, dopo la sconfitta contro il Verona. Non fu un “semplice” esonero, il presidente Tommaso Giulini decise di aprire un contenzioso legale con il tecnico a cui aveva concesso un contratto triennale all'inizio del campionato 2021-2022.
Finì con un esonero, trentun anni fa, anche il rapporto tra Ranieri e il Napoli, iniziato dopo il triennio d'oro di Claudio a Cagliari, con la doppia promozione e un onorevole campionato in A. L'allievo prediletto di Gianni Di Marzio non aveva neanche 40 anni quando venne scelto da Corrado Ferlaino e dal direttore sportivo Giorgio Perinetti per un ciclo affascinante ma duro: il dopo Maradona. E Ranieri, nel primo anno, fu brillantissimo, partendo dalla scelta - coraggiosa - di assegnare la maglia numero 10 a Gianfranco Zola, altro che Dejan Savicevic, fresco vincitore della Coppa dei Campioni con la Stella Rossa. Qualificazione in Coppa Uefa e poi una sfavillante estate, un colpo di mercato dopo l'altro, partendo dall'acquisto del bomber Daniel Fonseca, svezzato a Cagliari nel '90 dal tecnico testaccino e autore di 5 gol nella prima partita di Coppa Uefa a Valencia.
Ranieri e Mazzarri, con il loro splendido carico di oltre duemila partite in panchina, non hanno vendette da consumare: al Maradona c'è solo una grande voglia di dare spettacolo e vincere.