Fase due. Il Napoli di Rudi Garcia prende sostanza. Oltre che forma. De Laurentiis non ha esitazioni: è lì, a vedere anche questi primi passi abruzzesi. Quanto deve aver sofferto un anno fa a starsene per conto suo, lontano dalla squadra che pezzo dopo pezzo costruiva l'epopea per lo scudetto. Il tecnico, stavolta, dorme nel suo stesso hotel: dodici mesi fa Spalletti, facendo capire con largo anticipo l'aria che c'era, preferì alloggiare altrove. No, qui c'è solo il trionfo della normalità: stanno tutti insieme, un po' più in montagna, a Rivisondoli, tant'è che Garcia e De Laurentiis cenano persino assieme. E Garcia ormai stravede per questo Napoli: è sempre più certo che sia fatto per lui e per le sue idee di calcio. Segue gli allenamenti quasi defilato, lasciando ai suoi collaboratori il compito di interagire con i calciatori. Lui, con l'inseparabile cappellino di ordinanza, osserva. Il patron arriva quasi alla fine dell'allenamento, quando Osimhen in scivolata segna un gol che fa straripare il pubblico presente sugli spalti. Ad accoglierlo prefetto e questore dell'Aquila, oltre un raggiante Angelo Caruso, sindaco di Castel di Sangro: «Sappiamo bene quello che ci aspetta in questi giorni, siamo pronti ai tanti tifosi napoletani che verranno qui. Sarà una grande festa». De Laurentiis non nasconde la sua soddisfazione per le condizioni del terreno di gioco e della struttura, si complimenta per i lavori fatti ed è convinto che per il territorio ci sarà una grande ricaduta economica legata alla presenza del Napoli fino al 12 agosto. E sul campo c'è anche Bruno Frattasi, presidente dell'agenzia per la cybersicurezza nazionale. Ma sembra chiaro che il ritiro abruzzese riserverà quotidianamente visite.
A dare un altro taglio netto con il cordone spallettiano (magari ce ne fosse bisogno) ci ha pensato ancora una volta De Laurentiis. Come già raccontato, sono sparite le pettorine tanto care a Lucianone quelle con «sarò con te... e tu non devi mollare..». Ma ne sono comparse delle nuove. Quasi una damnatio memoriae. E c'è lo zampino presidenziale nelle nuove casacche, che hanno esordito nell'allenamento di ieri. Perché richiamano allo slogan della stagione varato dal presidente: «La nuova era, from Napoli to world».
Non ci sarà Mario Rui, che si è fatto male con la Spal (distrazione del retto femorale) e che dovrà stare a riposo per una decina di giorni. E forse anche Lobotka ieri uscito con un problema al ginocchio. L'Hatayspor gioca nella SuperLig turca e ha una storia speciale: lo scorso anno, a marzo, si ritirò dal campionato in seguito allo sconvolgente terremoto che ha distrutto interi paese dell'Antiochia e provocato migliaia di morti. Due cose balzano agli occhi: il lavoro con il mobility training, ovvero movimenti lenti, quasi al rallentatore e poi vedere i giocatori scalzi che si muovono sul terreno di gioco. Le tecniche del nuovo preparatore Paolo Rongoni. Questa mattina, ci sarà il primo dei tre annulli filatelici in onore del Napoli campione d'Italia organizzato da Poste Italiane che ha qui un suo stand.