Casal di Principe, villa confiscata al boss adesso diventa “Casa Noviello”

Scoperta una targa in memoria dell’imprenditore ucciso

La targa in memoria di Domenico Noviello
La targa in memoria di Domenico Noviello
di Tina Cioffo
Domenica 19 Maggio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 20 Maggio, 10:37
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Il centro antiviolenza di via Cardarelli 12, a Casal di Principe, sarà “Casa Domenico Noviello”. Ieri mattina, la cerimonia inaugurale del cantiere che trasformerà l’ex palazzo del camorrista Giuseppe Setola. «Lo avevo promesso alla famiglia di Mimmo, gli avevo detto che avremmo intitolato alla memoria di Noviello la casa confiscata al suo assassino e così è stato», ha sottolineato con soddisfazione e una nota di emozione Renato Natale, il sindaco uscente che ha voluto l’apposizione di una targa prima della scadenza del suo mandato.

L’immobile venne confiscato nel 2015 ma le pratiche per il riutilizzo sono partite solo nel 2023 perché fino all’anno scorso, al piano superiore, abitavano abusivamente 12 migranti. Nella stessa casa, fino al 2009, pure 2 famiglie di marines americani abituati a far festa sul grande terrazzo dal quale si può vedere tutta Casal di Principe e parte dei paesi confinanti. Setola aveva costruito la palazzina sentendosi probabilmente un imperatore, ma è diventato un assassino e la vita la sta trascorrendo in carcere. I lavori per il recupero, appaltati a una ditta di Bolzano per poco meno di 2 milioni di euro, dovranno essere completati entro il 2026. All’interno della casa, un affresco da tempio romano e delle scarpette da calcetto sul marmo del grande camino. Lampade e tendaggi ricordano un passato di ostentazione ridotto a rifiuti da smaltire per far largo ad aria nuova.

Nel 2008 in pochi mesi Setola, a capo di un gruppo di fuoco del clan dei Casalesi, uccise 18 persone tra cui a Casal di Principe anche Michele Orsi, imprenditore nel campo dei rifiuti, perché aveva cominciato a collaborare con la giustizia. Domenico Noviello venne freddato il 16 maggio a Castel Volturno e tre giorni fa, al suo ricordo, ha partecipato Chiara Colosimo, presidente della Commissione parlamentare Antimafia, annunciando possibili modifiche alla legge per il riconoscimento delle vittime innocenti.

Ieri, per la cerimonia inaugurale nel cortile dell’immobile, alla presenza dei familiari di Noviello, di Marisa Diana, sorella di don Peppe, di poche autorità tra cui l’assessore regionale Mario Morcone (che ha annunciato il terzo Forum dei beni confiscati che si terrà a ottobre a Napoli) e associazioni locali, Natale ha voluto invitare i candidati a sindaco chiedendo loro pubblicamente di non dimenticare mai le vittime innocenti della camorra e il riutilizzo sociale dei beni confiscati, consegnando una cartellina in carta riciclata con un decalogo di regole per un patto di legalità.

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«Leggetelo, studiatelo e quando sarete pronti, firmiamolo. Non dovrà essere una semplice sigla ma una vera assunzione di impegno perché se qualcuno pensa di far tornare il passato criminale, se solo gli è balenata l’idea di farci fare passi indietro, ha sbagliato. Quel qualcuno dovrà ricacciare la testa nella sua testuggine perché noi non glielo permetteremo», ha aggiunto Natale con indosso la fascia tricolore. Gratitudine gli è stata espressa da Massimo, Mimma e Matilde Noviello. «È stato un uomo di parola e il mio ringraziamento va attraverso lui a tutti i casalesi perbene, perché finalmente questa casa torna agli altri casalesi, quelli che hanno portato lustro a Casal di Principe e non quelli che gli hanno fatto male», il commento di Massimo citando le parole di un libro di Paolo Miggiano e sotto scorta dal 2008. «Con questa cerimonia, stiamo ripulendo le fondamenta di questa casa restituendo rigore e valori, così me ci ha insegnato nostro padre», hanno rimarcato Matilde e Mimma.

La targa scoperta con il sindaco è un altro tassello nella ricostruzione post guerra di camorra che il paese ha vissuto con un ingente numero di vittime.

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