Il nucleare entra ufficialmente nella strategia energetica italiana. E punta, a regime, a un contributo pari a circa il 20% nel mix energetico del Paese che si reggerà per il resto soprattutto sulle rinnovabili. L’Italia potrebbe avere, secondo le proiezioni oggi sul tavolo del governo, almeno 15 mini-reattori capaci di sostenere e integrarsi con la filiera, il mondo delle utilities e sopratutto con le imprese energivore, che oggi più di tutte soffrono per i costi dell’energia. Quello che si immagina è un mondo, non più così lontano, oltre il 2030 in cui un distretto industriale potrà decidere di costruire il suo mini-reattore, grande poco più di un container, a costi accessibili e nella massima sicurezza.
Mini reattori, il piano dell'Italia
A confermare che la produzione di energia con i mini-reattori entrerà per la prima volta nero su bianco con tanto di scenari al 2030 e outlook al 2050 nel Piano Nazionale Integrato Energia e Clima definitivo (Pniec) è stato il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin.
Mini reattori, quanto tempo serve
Ci vorranno 3, al massimo 4 anni. O forse anche meno se la tecnologia nucleare correrà allo stesso passo sorprendente dell’Intelligenza artificiale. Poi dai primi prototipi in circolazione in Europa si passerà alla costruzione su base industriale dei famosi mini-reattori di terza generazione avanzata, gli Small Modular Reactor (SMR) e di quelli di quarta generazione, gli “Advanced Modular Reactor” (AMR) subito dopo il 2030. Gli SMR "Small Modular Reactor" sono di piccola-media taglia. Bene si integrano con una rete elettrica ben sviluppata come quella europea e possono supportare l'ampia diffusione delle rinnovabili che, essendo non programmabili, richiedono il sostegno di una fonte costante. Il nucleare può quindi sostituire, almeno in parte, il gas. Essendo poi di piccola taglia e modulari, i mini-reattori riducono drasticamente i tempi di realizzazione e gli investimenti iniziali.
Mini reattori, il sistema di regole
Prima che un reattore possa essere costruito in Italia, serve però un sistema di regole "nucleari", come quelle che esistono oggi in Francia e in altri paesi, per autorizzare e verificare la messa in esercizio degli impianti. Le norme arriveranno entro la legislatura, ha assicurato il ministro a Radio24. Sui piccoli reattori modulari, ha detto ancora Pichetto, «in Italia possiamo contare su Newcleo, società all’avanguardia perché lavora sul piombo (il raffreddamento a piombo fuso, più sicuro), mentre altre società all’estero lavorano ancora sull’acqua, e utilizza brevetti Enea. La sperimentazione della scatole degli Smr si svolgerà a Brasimone. Mentre sull’energia da fusione, per il 2050, stiamo preparando a Frascati l’invertore per l’impianto Iter in Francia». L’Italia è in ritardo ma di nuovo in pista.