Salerno, Spinelli (Fenal Uil) : «Risvegliamo le coscienze degli addetti alla sicurezza»

La segretaria generale di Salerno, Patrizia Spinelli, sulla morte dell'operaio di Scafati: sta diventando quasi un'ovvietà che si debba morire nei cantieri

Patrizia Spinelli, segretaria generale della Feneal Uil di Salerno
Patrizia Spinelli, segretaria generale della Feneal Uil di Salerno
di Nico Casale
Sabato 18 Maggio 2024, 06:50
3 Minuti di Lettura

«Risvegliamo le coscienze di chi è preposto a vigilare nei luoghi di lavoro, quindi tutte le figure che sono individuate dal Testo unico sulla sicurezza. Ognuno deve fare la propria parte». A dirlo è la segretaria generale della Feneal Uil di Salerno, Patrizia Spinelli, dopo l’incidente sul lavoro in cui, ieri, ha perso la vita a Scafati un operaio di 22 anni.

 

Tanti, troppi incidenti sul lavoro. Cosa si può e si deve fare?

«È il momento di risvegliare le coscienze. Sta quasi diventando un’ovvietà che, nei cantieri, si muoia. Non è così. Cioè, se riuscissimo a risvegliare le coscienze di chi è preposto alla sicurezza, qualcosa in positivo si avrebbe. Abbiamo un sistema normativo molto forte, che è il Testo unico sulla sicurezza, che individua chi sono i responsabili, non solo per verificare che il cantiere sia in sicurezza, ma soprattutto perché ci sia la figura preposta per fare in modo che non avvengano gli incidenti, dal più banale a quello mortale. Perciò, il grido d’allarme è di risvegliare le coscienze di chi è preposto a vigilare per fare in modo che un operaio, quando esce per recarsi al lavoro, possa tornare a casa».

La Uil, recentemente, ha organizzato un flash mob con le bare in piazza contro le morti sul lavoro…

«Sì, voleva essere una provocazione, ma anche un modo per riflettere. E la Uil, con il segretario nazionale Pierpaolo Bombardieri, ha portato nelle piazze delle città, come Napoli, Firenze, Milano, le bare che rappresentano il numero delle morti bianche in Italia. Era un modo per fermarsi a pensare: “Ma è vero che ci sono così tanti morti sul lavoro?”. O lo diamo per ovvio che si va al lavoro e si può morire sul lavoro?».

Più volte, lei ha chiesto che vi sia sempre maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro…

«Certo, ma prima di questo dobbiamo ricordarci che siamo esseri umani, siamo persone. Un operaio è un padre di famiglia, è un fratello, è un marito. Da sempre, è vero, chiediamo che ci siano più ispettori sui luoghi di lavoro, più controlli».

Le nuove tecnologie possono aiutare affinché si riducano le morti sul lavoro?

«Non credo che sia una questione di nuove tecnologie. Teniamo conto che l’edilizia ha dei sistemi innovativi incredibili. Anche le impalcature sono le migliori in assoluto. Prima, si mettevano le tavole da ponte… Però, bisogna rispettare il piano di sicurezza perché, in ogni luogo di lavoro, esiste un piano sicurezza, dove ci sono le figure ben identificate che devono far rispettare quello che prevede il Testo unico e i costi previsti non sono soggetti a ribasso nelle gare d’appalto. Questo serve per prevenire incidenti e, soprattutto, perché non si muoia sui luoghi di lavoro».

© RIPRODUZIONE RISERVATA