«Se la Provincia va avanti su questa strada, il nostro Istituto rischia di scomparire». Scuole-cantiere e traslochi, ora anche il Galilei alza la voce e lancia una allarme drammatico. Una presa di posizione forte e decisa che va ad aggiungersi alla pubblica rampogna espressa nei giorni scorsi dall’Alberti, e a quella che nei giorni precedenti il Giannone aveva fatto pervenire per le vie brevi alla Provincia. E così si fa ancora più problematico il riassetto dei tre istituti di piazza Risorgimento coinvolti dai lavori di ricostruzione o adeguamento.
Dura la nota stilata dal Galilei al termine del Collegio dei docenti e del Consiglio d’istituto riunitisi ieri pomeriggio. Nel mirino finisce la soluzione paventata dalla Rocca di trasferire in blocco gli oltre 400 studenti del Galilei presso l’edificio scolastico di nuova costruzione nei pressi dello storico agrario Vetrone a Piano Cappelle. Location che dista circa 5 chilometri dall’attuale, con le intuibili difficoltà logistiche. E questo per collocare nell’ala del Galilei che non verrà abbattuta (la presidenza) un altro istituto, ovvero il vicino Alberti, destinato a uno spezzatino con la succursale di via dei Mulini.
Il Giannone, contrariamente a quanto prospettato inizialmente, si accaserebbe invece nel polo didattico Calandra fresco di ristrutturazione. Riassetto bocciato senza appello dal Galilei: «La soluzione cervellotica della Provincia - scrive il dirigente Giovanni Marro nella nota indirizzata alla stessa Provincia, al Provveditore, al Prefetto, al sindaco Mastella e alle famiglie - oltre ad apparire macchinosa, per alcuni aspetti inutile e dispendiosa, non risolve le numerose criticità. Prima tra tutte, la dislocazione a Piano Cappelle non è proponibile per l’intero Galilei. L’ipotesi di trasferire circa 400 studenti da piazza Risorgimento prevede l’utilizzo di almeno 7 pullman che dovrebbero portare gli studenti a scuola per le ore 8 e farli defluire intorno alle 13. Necessita una armonizzazione degli orari dei trasporti dalla provincia. Tale decisione prevedrebbe un costo di circa 200mila euro l’anno, incremento del traffico e relativo inquinamento».
Marro fa notare inoltre che «nel nuovo plesso di Piano Cappelle non vi sono classi sufficienti, ed è impossibile dividere le aule per un particolare sistema di aerazione». La comunità del Galilei rimarca poi come «i lavori che interessano il Giannone sono di ristrutturazione e hanno come scadenza marzo 2025, quelli di Galilei e Alberti riguardano abbattimenti parziali e hanno una scadenza spostata in avanti di almeno due anni scolastici. È importante trovare una stabile sistemazione agli Istituti interessati dagli abbattimenti. Vanno trasferiti gli alunni che frequentano scuole dove ci sono corpi di fabbrica da demolire, e non sfrattati da casa loro gli studenti che occupano strutture per le quali non è prevista la demolizione».
Ma il Galilei precisa anche che non intende sottrarsi al senso di responsabilità nel concorrere alla individuazione della non facile soluzione: «Abbiamo operato delle scelte dolorose - puntualizza Marro - prevedendo il trasferimento del Cat (5 classi e 3 laboratori). Si era anche convenuto per il trasferimento degli uffici di presidenza e segreteria. Già nello scorso autunno formulammo una proposta alla Provincia per continuare a ospitare le 21 classi di liceo scientifico nella parte non interessata dall’abbattimento, proposta vagliata con i tecnici della Provincia dopo vari sopralluoghi. Tanto per dimostrare l’assoluta disponibilità dell’Istituto rispetto a lavori pur necessari».
Dal Galilei arriva infine l’alt alla soluzione prospettata dalla Rocca, che determinerebbe un tracollo delle iscrizioni: «L’Istituto, nell’ordinaria comunicazione con le famiglie, ha rassicurato circa la possibilità di non spostare almeno i percorsi liceali da piazza Risorgimento. La percezione avuta dalle famiglie degli studenti ci porta a pensare che lo spostamento a Piano Cappelle sarebbe assolutamente dannoso per l’utenza dell’Istituto e ne minerebbe la sopravvivenza. I nostri ragazzi hanno già pagato abbastanza per la realizzazione del nuovo laboratorio di costruzioni dell’Unisannio, con demolizione di un campo sportivo e inagibilità di un altro. Tutti i lavoratori del Galilei hanno fatto abbastanza sacrifici. Ora, scelte verticistiche dell’ultimo momento ci vogliono addirittura fuori dalla nostra scuola. È una soluzione inaccettabile».