L'Alberti alza la voce, il Giannone lo aveva già fatto, e ora anche il Galilei avanza le proprie rivendicazioni. Il domino delle nuove scuole di piazza Risorgimento non vuole proprio saperne di trovare un incastro definitivo, e si sta trasformando in un tutti contro tutti.
La Provincia corre ai ripari e convoca i vertici delle tre scuole per uscire da una impasse che coinvolge quasi duemila studenti e le rispettive famiglie, quando i tempi per l'avvio dei lavori stringono sempre più.
Le posizioni
La situazione si è fatta incandescente dopo il burrascoso summit di mercoledì negli uffici provinciali di Largo Carducci, terminato anzitempo senza un'intesa. Veemente la reazione della preside dell'Alberti Silvia Vinciguerra, nell'apprendere dal dirigente della Rocca Salvatore Minicozzi che il nuovo polo didattico Calandra avrebbe potuto essere destinato al Giannone e non, come inizialmente prospettato, allo stesso Alberti. In realtà si tratta di soluzioni speculari entrambe ancora al vaglio della Rocca.
Ma l'Alberti non ci sta: «L'istituto (il liceo Classico Giannone, ndr) a cui è stato destinato l'edificio di via Calandra avrebbe dovuto trovare collocazione nella struttura attuale succursale dell'Alberti, frequentata quotidianamente da anni da diverse classi di studenti, che non è stata ritenuta adeguata dai potenziali nuovi ospiti (gli studenti del Giannone, ndr), generando nel personale e negli alunni dell'Alberti la spiacevole sensazione di essere trattati come persone di serie B. È inaccettabile che l'Alberti venga penalizzato in questo modo».
Parole che aprono di fatto un derby tra Alberti e Giannone. La dirigente del Classico di piazza Risorgimento Teresa De Vito preferisce non replicare: «Non esistono scuole di serie A, B o Z. Noi semplicemente abbiamo fatto presenti le difficoltà logistiche oggettive insite nell'eventuale trasferimento di alcune classi nella succursale dell'Alberti di via dei Mulini. Siamo in attesa di comunicazioni ufficiali, non siamo in guerra con nessuno». E a complicare ulteriormente il quadro, ove mai fosse necessario, c'è anche la presa di posizione del Galilei-Vetrone, istituto destinato a parziale abbattimento.
Nelle intenzioni della Provincia, la scuola diretta da Giovanni Marro dovrebbe traslocare a Piano Cappelle, lasciando libera l'ala che ospita la presidenza per accogliere il Giannone o l'Alberti. Una scelta che però non convince affatto i vertici scolastici e le famiglie: «Abbiamo prospettato da tempo una soluzione diversa alla Provincia - spiega, sollecitato sul punto, il dirigente Marro - Siamo disponibili a trasferire alcune classi e gli uffici amministrativi nell'edificio di nuova costruzione nei pressi del Vetrone, ma non l'intero corpo scolastico. Sarebbe improponibile trasportare ogni giorno centinaia di ragazzi fino a Piano Cappelle. Quanti bus ci vorrebbero, quante corse, avanti e indietro dalla città alla contrada che dista diversi chilometri? Mi chiedo che senso abbia spostare noi per mettere nei locali del Galilei altre scuole. Apprezzo gli sforzi della Provincia per realizzare scuole più sicure ed efficienti, ma occorre tenere conto delle esigenze di ognuno.