Napoli, rissa al party dei licei: «Due tentati omicidi»

Tribunale del Riesame, udienza drammatica: «Ha sferrato coltellate per uccidere»

La discoteca
La discoteca
di Leandro Del Gaudio
Martedì 21 Maggio 2024, 23:04 - Ultimo agg. 22 Maggio, 18:49
4 Minuti di Lettura

Non ha avuto dubbi il pm della Procura dei minori: quella notte si è consumato un duplice tentato omicidio, ai danni di due ragazzini: quanto basta a tenere in cella l’aggressore. Quella notte, durante il party dei licei, si è consumato un copione di violenza giovanile che putroppo sa di già visto e che deve essere arginato con tutti i mezzi a disposizione.

Una ricostruzione dettagliata, quella fornita dalla Procura dei minori di Napoli, al lavoro su quanto avvenuto lo scorso 30 aprile all’interno dell’Arenile di Bagnoli: due ragazzini di 15 anni feriti, raggiunti da coltellate in punti vitali del corpo, colpiti da un 17enne che impugnava un’arma da taglio. 

Non ci sono altre definizioni possibili - ha spiegato il pm - quella notte è stato un duplice tentato omicidio. Tribunale del Riesame di Napoli, tensione a fette, si punta a chiarire movente e responsabilità per una duplice aggressione che solo miracolosamente non ha provocato conseguenze irreparabili.

Video

Ricordate la storia? Sono da poco trascorse le 21, quando gli agenti del commissariato di Bagnoli fanno irruzione all’interno della discoteca Arenile. Una pattuglia di agenti era all’esterno della struttura, l’appuntamento era sentito dalla platea giovanile napoletana. Il party dei licei, una sorta di mcp collettivo a una trentina di giorni dalla chiusura dell’anno scolastico. Avviene l’irreparabile. Tanto che gli agenti - agli ordini del dirigente Vincenzo Coletta - non fanno fatica a individuare il presunto aggressore: vagava con la mano sporca di sangue, impugnando un’arma da taglio, dopo aver ferito due ragazzini di appena 15 anni.

Lui, l’aggressore, è di Secondigliano; loro, le vittime, sono di Bagnoli.

Ieri il pm ha ripercorso la dinamica dei fatti. Tutto è nato dall’ennesimo episodio banale, puntualmente legato a un paio di scarpe sporcate durante la serata. Un goccio di bevande, un pestone. Stesso movente che ha scatenato l’omicidio di Francesco Pio Maimone, il 20 marzo del 2023 a Mergellina; stesso scenario che ha caratterizzato la vita dei due banditi che un anno fa ferirono una bambina di 10 anni a Santa Anastasia, a giudicare dalle scarpe griffate con cui andavano in giro (parliamo di un paio di scarpe da circa mille euro). Ma torniamo all’udienza di ieri: il pm Tedesco ha detto no alla scarcerazione del 17enne. Anzi: va tenuto in cella, in istituto di pena minorile, dove potrà continuare a studiare, ma non può essere riconsegnato a contesti a rischio. C’è la gravità del fatto, fa capire il magistrato: le coltellate inferte ai due 15enni rischiavano di essere mortali, perché hanno raggiunto punti del corpo come le spalle, i fianchi e l’addome decisamente a rischio.

La replica

Difeso dai penalisti Antonella Senatore e Salvatore D’Antonio, il 17enne ha ribadito una serie di punti, a partire dalla richiesta di perdono: «Non volevo uccidere, sono affranto per quanto accaduto, nella speranza che quei due ragazzi possano dimenticare presto il dolore che ho inferto quella notte». Studente iscritto al quarto anno di un istituto superiore di Secondigliano, il 17enne va avanti con il suo intervento: «Mai più impugnare un’arma. Mai più un coltello. Si rischia di danneggiare in modo irreversibile la vita propria e quella degli altri, spero di abbracciare quei due ragazzini prima o poi. Non volevo uccidere, datemi la possibilità di recuperare quanto ho fatto».

Una vicenda che ora attende il provvedimento dei giudici del Riesame, che avranno il compito di bilanciare le richieste della Procura con l’intervento dei due difensori. Una storia simile a tante altre, quando si parla di movida e di violenza giovanile. I due ragazzini feriti hanno lasciato l’ospedale, provano a guardare avanti. Intanto, proseguono le indagini del commissariato di Bagnoli per chiudere il cerchio attorno ad altri protagonisti dell’aggressione. Immagini delle telecamere al vaglio, si lavora sulle testimonianze dirette, mentre la Procura dei minori di Napoli si prepara a chiudere una nuova inchiesta a proposito di sangue e movida. Un caso che ha spinto Maurizio Agricola, numero uno della Questura di Napoli, a disporre la chiusura temporanea della discoteca Arenile, i cui gestori - bene chiarirlo - hanno collaborato sin dalle primissime battute alla definizione delle indagini.

© RIPRODUZIONE RISERVATA