Arabi a Napoli, nell’agenda Bagnoli e Napoli Est

Vertice in Comune, Manfredi: città attrattiva, c’è fiducia

La delegazione a Napoli
La delegazione a Napoli
di Luigi Roano
Martedì 14 Maggio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 15 Maggio, 07:39
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Si aspettavano di trovare mare e sole, mandolino e pizza e lo stantio folklore locale e invece hanno scoperto in Napoli un mondo fatto di concretezza e una filiera industriale e di piccole e medie imprese in settori quali la componentistica, l’alta tecnologia l’agrifood, la cultura e il turismo di prima qualità che ha impressionato la delegazione dell’Arabia Saudita composta da esponenti del Governo e dalle imprese locali. E soprattutto Kamel Almunajjed, Chairman Saudi Italian Business Council, la camera di commercio locale che raggruppa le imprese Saudite e capo delegazione a proposito di luoghi comuni ne abbatte uno: «Mi dicevano che qui i turisti vengono derubati e scippati, ma non è vero nulla, posso dire che spero di tornare molto presto per una vacanza a Napoli conb mia moglie».

Poi il capo delegazione entra nel vivo della missione: «È la prima volta che una delegazione saudita di così grande rilevanza - spiega - viene a Napoli, ma non c’è settimana che in Arabia Saudita non arrivi una delegazione di imprese italiane che non abbia un collegamento con il sud e con Napoli. Ho lavorato due anni per convincerli a venire, ma ora sono molto soddisfatti della scelta Napoli. Qui ci sentiamo a casa nostra. Non siamo qui per comprare società e delocalizzare, ma per imparare e condividere insieme tecnologie e competenze e fare investimenti». Il tema ora è costruire un percorso di fiducia per consolidare i rapporti con questo mondo una volta che gli arabi hanno verificato che a Napoli e nella sua area metropolitana si trova la concretezza delle fabbriche e delle industrie che macinano prodotti di eccellenza.

Un biglietto da visita mica male.

Il cambio di passo

La scoperta vera e reale che hanno fatto i sauditi su Napoli è proprio questa: la città è attrattiva per fare affari e investimenti e non solo per la bellezza dei suoi monumenti e dei panorami mozzafiato. Li ragionano nell’ordine dei miliardi purché l’offerta di investimenti sia seria, strutturata, non fumosa. In questo senso dall’Unione industriali arriva un primo affare concluso e ne dà notizia il presidente Costanzo Jannotti Pecci: «Registriamo con grande soddisfazione l’intesa definita dall’associata Nefrocenter con una primaria società medica dell’Arabia Saudita per la fornitura in quel Paese di macchinari per la dialisi, prodotti di consumo medico nonché l’intervento di personale qualificato per la gestione delle cliniche e la formazione di risorse umane locali». Ce la farà Napoli a reggere questo passo per mettere le mani sul tesoro d’Arabia? La considerazione verso la città dei sauditi è cambiata: «Posso dire - racconta Luca Miraglia di The European House -Ambrosetti che ha collaborato alla costruzione del vertice arabo napoletano - che in un giorno solo è cambiato l’approccio degli arabi verso Napoli: si sono subito resi conto che la città è cambiata e che qui ci sono opportunità importanti e sono rimasti colpiti da tutti i turisti che ci sono». Anche i sauditi non sono perfetti però, per esempio è saltato il vertice con i costruttori napoletani guidati da Angelo Lacellotti - previsto nel pomeriggio di oggi - perché si sono dimenticati che i loro aerei partono da Roma e non da Napoli. E per arrivare a Fiumicino in tempo hanno dovuto rinunciare all’incontro con l’Acen. Insomma, solo un problema logistico e nulla più e la promessa che con i costruttori presto ci sarà un altro step.

L’impegno

Per consolidare il patto con i sauditi serve l’impegno delle autorità a iniziare da quelle locali. E una città coesa. Per esempio in mattinata i sauditi saranno in Comune per un incontro con il sindaco dove - come è successo all’Unione industriali - si potrebbe mettere a terra almeno la prospettiva di un impegno concreto tra le parti. «La visita della delegazione saudita - racconta Manfredi - è frutto di una ritrovata fiducia nella città, ora siamo trattati come Milano e Roma ed è una grossa opportunità per investimenti nelle infrastrutture. Dobbiamo rafforzare questo clima di fiducia che c’è intorno a Napoli per riposizionare la città quale hub del Mediterraneo con l’oriente». Riguardo al bilaterale il sindaco è pragmatico: «Noi faremo vedere tutte le grandi aree di sviluppo della città sia nell’area est che a Bagnoli: ci servono investimenti per affrontare il boom turistico cioè alberghi e un centro congressi. C’è poi il tema della linea di costa e della portualità. A Napoli è possibile fare investimenti perché la città è anche molto ben collegata e in una fase di crescita. Ecco perché stanno arrivando gli investitori internazionali».

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Lo scenario

Un contesto nel quale Napoli può mettere sul tavolo una grande quantità di suoli pubblici. Sia nell’area orientale che in quella occidentale. Oggi i sauditi andranno anche in Regione per un bilaterale con l’ente di Santa di Lucia. Ad accoglierli una delegazione di assessori e il vice governatore Fulvio Bonavitacola. Ci sono Comune e Regione e il Governo con Invimit guidata da Giovanna Della Posta. Invimit è una società del Mef che si occupa di investimenti immobiliari. «Napoli - spiega la Della Posta - è una realtà ricca di opportunità. La città si appresta a vivere un profondo cambiamento». Secondo la manager la città «da semplice destinazione turistica, oggi è pronta ad accogliere capitali e investimenti, compresi quelli esteri. Invimit sta facendo la sua parte: il Fondo Napoli, che Invimit ha costituito con il Comune, mira a dotare la città di uno strumento che le consente di competere sul mercato dei capitali. Risorse aggiuntive che costituiscono un’alternativa concreta al debito».

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