Parma in serie A: la favola di Pecchia alla terza promozione

Dopo Verona e Cremonese l'ex azzurro ha vinto la serie B con il Parma

Fabio Pecchia
Fabio Pecchia
di Bruno Majorano
Venerdì 3 Maggio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 4 Maggio, 08:04
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Fabio Pecchia non sarà più un avvocato di serie B. Da allenatore - laureato in giurisprudenza - ha conquistato la sua terza promozione con la terza squadra diversa: dopo Verona e Cremonese, ha vinto il campionato anche a Parma. Lo ha fatto al termine di una stagione dominata in lungo e in largo, dall’inizio alla fine. Ha brindato solo mercoledì sera con il pareggio di Bari, ma di fatto la promozione era già in tasca da un pezzo. Merito di un lavoro attento e ragionato. Aveva sfiorato il colpo grosso già nella passata stagione, ma quest’anno non ce ne è stato per nessuno. Una corsa da lepre, con le inseguitrici che hanno potuto solo fiutare le tracce. Ma nulla più.

Il destino

La terza volta è quella giusta. Perché dopo le promozioni con Verona e Cremonese aveva deciso di lasciare, mentre adesso ha subito messo le mani avanti: «Chi ci sarà sulla panchina del Parma in Serie A? Ci sarà Pecchia», ha assicurato Fabio Pecchia subito dopo il fischio finale della gara del San Nicola. Lui che la serie A l’ha conosciuta prima da calciatore e poi da allenatore, seppure in seconda. A Napoli era arrivato la prima volta in prestito dal Parma (era il 1993) con Marcello Lippi in panchina che lo fece esordire tra i grandi, conquistando anche la qualificazione alla coppa Uefa. Poi il ritorno nel 2000-01, quando di quel Napoli fu anche capitano. L’ultima esperienza, da allenatore: ovvero da vice di Rafa Benitez che lo volle con sé prima in azzurro e poi anche al Real Madrid.

Il futuro

A 51 anni Pecchia rappresenta il volto nuovo di un calcio moderno e vincente. Nel suo staff c’è odore di Campania, dal vice procidano Antonio Porta, al collaboratore tecnico Nando Coppola, passando per Gennaro Troianiello e per il salernitano Valerio Visconti (preparatore dei portieri).

Pecchia conosce l’ambiente Napoli e ha vissuto Castel Volturno nel biennio di Benitez. Sarebbe potuto anche rientrare nella rosa dei candidati alla panchina azzurra per il prossimo anno, ma ha deciso di sposare ancora il progetto Parma. Lì dove ha portato una filosofia di gioco vincente ma anche convincente. Non ha mai messo pressione ai suoi ragazzi, anzi. Prende tutto con serietà, ma senza stressare la testa. È umile e dopo l’apprendistato di questi anni in B è pronto per fare il grande salto, in un calcio che conosce già ma che adesso dovrà imparare a conoscere lui.

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