Rapirono una bambina, «due madri» a giudizio

Rapirono una bambina, «due madri» a giudizio
di Ciriaco M. Viggiano
Martedì 30 Giugno 2015, 09:19
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Meta. La sentenza potrebbe arrivare verso la fine di settembre. Solo allora si conoscerà la sorte delle tre persone accusate di aver rapito una bambina di quattro anni ospite di una casa famiglia di Meta.

La Procura della Repubblica di Torre Annunziata ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini a una 38enne rumena e a una 45enne casertana, rispettivamente madre naturale e adottiva della piccola. Il provvedimento è scattato anche per un 38enne rumeno, attuale compagno della madre biologica della bambina. Il pm Sergio Raimondi, inoltre, ha chiesto il giudizio immediato per tutti e tre e il gip Antonio Fiorentino ha già fissato l'udienza per il prossimo 23 settembre.



In altre parole, per la Procura di Torre Annunziata il quadro della vicenda è fin troppo chiaro: il 7 aprile scorso la 45enne casertana e la coppia di 38enni rumeni hanno sottratto la bambina alla casa famiglia, l'hanno caricata a bordo di un'automobile prima di darsi alla fuga sulla statale Sorrentina e di essere bloccati dai carabinieri nella galleria di Privati. Ora il pm Raimondi punta a «saltare» l'udienza preliminare e a fare in modo che la casertana e i due rumeni vengano giudicati sulla base delle prove raccolte finora.

D'altra parte, già nel corso della prima audizione in carcere davanti al magistrato, i tre presunti sequestratori hanno ammesso di aver agito mossi dal desiderio di abbracciare la bambina e di averla istintivamente rapita dopo che i responsabili della casa famiglia avevano negato loro il permesso di vederla. Ma qual è la strategia dei difensori? L'avvocato Renato Iappelli, il penalista di Santa Maria Capua Vetere che assiste l'imputata casertana, ha già depositato l'istanza per il rito abbreviato.



Se fosse accolta dal gip, questa mossa consentirebbe alla 45enne di essere giudicata al termine dell'udienza preliminare beneficiando di uno sconto di pena in caso di condanna. Possibile che anche l'avvocato Camelia Marioara Mortura, che assiste la coppia di rumeni, decida di seguire la stessa strada. Nel frattempo gli imputati restano agli arresti domiciliari. Dopo un breve periodo a Rimini, la 45enne è tornata nella sua abitazione in provincia di Caserta dove vive insieme al marito e ai tre figli.

I rumeni, invece, si trovano sempre nel loro appartamento di Baia Verde, nei pressi di Castel Volturno. I tre sono agli arresti domiciliari dal 10 aprile scorso. Le accuse ipotizzate dai magistrati nei loro confronti sono sequestro di minore e resistenza a pubblico ufficiale. Un quadro accusatorio pesante e quindi la sentenza è particolarmente attesa per valutare le varie responsabilità delle persone sottoposte ad indagini.
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