Accoltellato per uno schiaffo. Il parroco difende la vittima: «Gianluca non è un violento»

Il Rione Amicizia dove è avvenuta l'aggressione
Il Rione Amicizia dove è avvenuta l'aggressione
di Melina Chiapparino
Sabato 20 Giugno 2015, 08:25 - Ultimo agg. 13:19
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NAPOLI - Tirano un sospiro di sollievo i familiari di Gianluca, il 19enne accoltellato lunedì sera mentre era in compagnia di alcuni amici nel suo quartiere, il Rione Amicizia in zona Capodichino.

Il giovane dopo un intervento chirurgico per le gravi lesioni all’addome e quattro giorni di ricovero in Rianimazione è completamente cosciente e, nonostante qualche lieve problema respiratorio, le sue condizioni sono notevolmente migliorate. La prognosi del ragazzo che viene ancora alimentato artificialmente, non è stata ancora sciolta ma dai volti dei parenti che quotidianamente si recano all’ospedale San Giovanni Bosco, traspare finalmente un pizzico di serenità.

Fuori le corsie del nosocomio della Doganella, l’intero Rione Amicizia tifa per il 19enne e sono in tanti a contrastare la ricostruzione ufficiale di quanto accaduto, fornita dalla polizia.

«Non è possibile che Gianluca abbia schiaffeggiato il 17enne senza una provocazione o senza essere stato aggredito» dicono i compagni che frequentano da sempre il ragazzo e la sua famiglia. «Confesso che mi sembra alquanto strana la dinamica raccontata perché Gianluca è un bravo ragazzo a cui non appartengono atteggiamenti da bullo o gesti di questo tipo» spiega Don Fabio della Chiesa di San Giovanni Bosco che insieme ad altri parroci si occupa dell’oratorio salesiano frequentato anche dai tre ragazzi aggrediti.

«Parliamo di tre giovani che lavorano, che si sacrificano impegnandosi quotidianamente e che non hanno mai destato alcun tipo di preoccupazione- incalza Don Fabio- non è credibile quello che è stato detto o forse è solo una verità parziale ed, in ogni caso, è ciò che è accaduto dopo è una dinamica diabolica e sproporzionata a qualsiasi alterco o discussione pregressa che poteva esserci stata».

Quella sera, secondo le voci del quartiere, Gianluca non era neanche in strada ma stava dormendo nella propria abitazione, proprio perché il mattino dopo lo attendeva un’altra giornata di lavoro.

Alcuni amici bussarono al citofono per dirgli che c’era una persona che voleva un chiarimento da lui, quello che molti abitanti della zona definiscono dunque un ”vero e proprio agguato”»’

«Sono bravi ragazzi che vengono a giocare a calcetto come tanti altri- chiosa il parroco Don Fabio - qui nel Rione c’è tanta gente che si dà un gran da fare con il volontariato, con le associazioni per aiutare i più deboli e sostiene il lavoro che portiamo avanti in parrocchia dalla parte del quartiere ma nessuno ne parla mai. Mentre questi giovani, i nostri giovani, vengono bollati solo perché nascono in un quartiere dove il male fa più rumore ma vi assicuro che qui, tra noi, il bene è più forte».

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