Allarme Sanità, Scotti (Ordine medici): «Un ricatto legalizzato per tagliare l’assistenza ai cittadini»

Allarme Sanità, Scotti (Ordine medici): «Un ricatto legalizzato per tagliare l’assistenza ai cittadini»
Sabato 18 Aprile 2015, 08:34 - Ultimo agg. 08:35
2 Minuti di Lettura
«Già da tempo si era capito che nel rapporto economia-salute viene privilegiato il primo aspetto; ora però i cittadini hanno il diritto di sapere che presto l’accesso alle cure sarà garantito solo ha chi ha i soldi per permetterselo. Come presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli ho l’obbligo morale e il dovere istituzionale di esprimere la mia indignazione e di schierarmi apertamente dalla parte dei pazienti». Durissimo il commento di Silvestro Scotti rispetto ai giochi ragionieristici che stanno prevalendo nell’ambito della conferenza Stato Regioni, nel più ampio quadro dell’ormai noto Patto per la Salute.



Tutto nasce dal documento di programmazione economico finanziaria con il quale il Governo ha ridotto il budget delle regioni di 2 miliardi e 500 mila euro. «Un buco – spiega Silvestro Scotti - che i “ragionieri di stato”, ovvero i funzionari regionali, intendono colmare tagliando sulla sanità. E questo non lo scopriamo oggi, tant’è che da tempo medici e cittadini ne stanno pagando le conseguenze». Ora però è stato presentato un emendamento che mira ad una variazione della legge sulla inappropriatezza delle prescrizioni, determinando di fatto una responsabilità patrimoniale dei medici di medicina generale.



«Qui non si tratta più di tagliare gli sprechi – dice Scotti -, di fatto si è trovato il modo di ricattare i medici, che non prescriveranno se convinti quella ricetta sia appropriata, ma se convinti che sia valutabile come appropriata. Ma chi deciderà cosa è appropriato e cosa non lo è? E con quali criteri lo deciderà? La verità è che l’appropriatezza non sarà valuta sul caso concreto, bensì su costi standard e statistiche. Io mi rifiuto di considerare un paziente come un costo. I medici giurano di curare secondo scienza e coscienza, non di curare solo se non costa troppo».



Silvestro Scotti non si tira indietro neanche nel dire quali saranno le implicazioni di questo emendamento, se approvato, anche sul versante sanitario. «Ciascun medico prescrittore – spiega – movimenta in media 700 mila euro l’anno, solo con le prescrizioni di farmaci. Si arriva a circa 2 milioni di euro con le prestazioni diagnostiche. E in molti casi sono accertamenti che vengono richiesti da altri specialisti. Dunque, la possibilità di essere chiamati a rispondere per cifre esorbitanti a fronte di un guadagno annuo di circa 50 mila uro, che è quanto in media guadagna un medico di medicina generale».



Se questa valutazione ragionieristica dovesse prevalere, in una regione come la Campania il rischio di lasciare senza cure pubbliche una grande fetta della popolazione è concreto. Di qui l’appello del presidente Silvestro Scotti alla politica: «Sono fiducioso che il presidente Stefano Caldoro, come ha già dimostrato di voler fare, si opporrà a questa soluzione. Ha la sensibilità e le competenze per comprendere che se questa è la “cura” agli sprechi, si rischia di “uccidere” il paziente. Ci sono altri modi e altre strade per essere virtuosi. Non costruiamo una sanità, come avviene in altri paesi, nella quale i medici prima di curare il malato gli chiedono se ha un’assicurazione sanitaria».
© RIPRODUZIONE RISERVATA