«Khat» di Abadìa, la storia di un rifugiato finalista al premio Andersen-Il mondo dell'infanzia

L'annuncio alla 61esima Children's Book Fair di Bologna, aperta da un messaggio di Mattarella e chiusa con un boom di presenze, eventi e incontri in Fiera e in città.

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di Donatella Trotta
Domenica 14 Aprile 2024, 07:01
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La Children’s Book Fair di Bologna, che ha da poco chiuso i battenti con un incremento, rispetto al 2023, del 10% di visitatori professionali (31.735), si è configurata quest’anno a pieno diritto come Fiera internazionale dei primati. E non solo per la partecipazione massiccia di 1.500 espositori da circa 100 Paesi e regioni del mondo (di cui 14 presenti per la prima volta), o per la concentrazione in quattro giorni di 385 eventi in fiera e oltre 220 underground in città, o, ancora, per la consueta copertura mondiale di una folta presenza stampa (oltre 40 giornalisti di più di 190 Paesi), anche nel digital (più di 2 milioni di pageviews dell’ultimo anno); né per l’intrecciarsi di felici anniversari degnamente festeggiati a Bologna, tra i quali i primi 50 anni di Edizioni EL, e i 30 di Terre di Mezzo: editori la cui operosa longevità è anche segno della buona salute di un settore specializzato dell’industria culturale dedicata ai giovani lettori che continua a prosperare.

Perché al di là dei dati quantitativi, è soprattutto una riflessione qualitativa a meritare un approfondimento, offerto non a caso dal messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’8 aprile, in apertura della 61esima edizione della Fiera internazionale del libro per ragazzi nel capoluogo emiliano: «Il valore del libro va molto oltre il processo di ideazione, produzione e posa in commercio», ha sottolineato infatti il capo dello Stato, in quanto «il libro è strumento irrinunciabile di sapere e di crescita, una fonte di valori, di speranze, di sogni». In particolare, per Mattarella, se «la libertà è il bene più prezioso, ed è la conoscenza che rende autenticamente liberi», proprio «i libri ne sono strumento efficace», soprattutto quei libri per ragazzi che costituiscono un settore trainante dell’intera editoria, anche in Italia: «un fenomeno che ha una rilevante diffusione mondiale… ed è quindi importante che anche i bambini si appassionino alla lettura e trovino familiarità con i libri, imparando a conoscere, discutere, rispettare, condividere, iniziando a esercitare la critica e il giudizio».

Secondo il capo dello Stato, molte “analisi superficiali” non rendono infatti giustizia alle generazioni più giovani: i ragazzi invece, sottolinea, hanno tra loro tanti “lettori robusti” che «lo saranno anche da adulti, offrendo il loro contributo alla crescita culturale e civile della società»; e proprio i ragazzi, aggiunge, «non aspettano altro che momenti di incontro per essere ascoltati e compresi». Incoraggiando dunque «le iniziative e le sinergie per giungere a una vera alleanza per la lettura tra il mondo dei libri, le famiglie, la scuola, i media, le biblioteche» e ringraziando quanti attraverso la promozione dei libri offrono l’occasione per far «sapere ai giovani, e anche agli adulti», quanto i buoni libri possano contribuire alla crescita individuale e collettiva, Mattarella ha evidenziato il ruolo strategico e la responsabilità, nella filiera del libro come «patrimonio inestimabile», di chi i libri li fa. E ha specificato: «Gli editori, in generale, e quelli per ragazzi in particolare ― penso che ne siano pienamente consapevoli ― sono portatori di una grande responsabilità nella formazione dei cittadini».

Già. Se ne può avere conferma concreta, fra le tante, dalla qualità degli autori, editori e titoli finalisti della 43esima edizione del Premio Andersen-Il mondo dell’infanzia, il più prestigioso riconoscimento italiano attribuito ai migliori libri per ragazzi dell’annata editoriale, ai loro scrittori, illustratori ed editori, annunciati come ogni anno nell’affollata agorà del Caffè degli Illustratori alla BCBF e scelti dalla redazione di «Andersen» con altri componenti della giuria dopo un anno di letture, scambi e confronti quotidiani (l’elenco completo è anche nel bel numero doppio della rivista diretta da Barbara Schiaffino, n. 411 di aprile 2024, fresco di stampa in anteprima speciale a Bologna, con la copertina firmata da Lorenzo Mattotti). Perché tra le novità di quest’anno, ovvero la suddivisione della categoria 0/6 in due fasce d’età distinte – 0/3 anni e 3/6 anni – e l’aggiunta di un nuovo riconoscimento (una giuria costituita da Rai Radio Kids, realtà con la quale «Andersen» collabora da alcuni anni con recensioni radiofoniche settimanali, che da quest’anno assegnerà invece un premio speciale al titolo finalista che più di altri si presta a una trasposizione radiofonica), c’è la consacrazione di una giovanissima casa editrice napoletana, Il Gatto Verde: che ha conquistato il podio di finalista nella terna della categoria “Miglior libro a fumetti” con il volume Khat. Storia di un rifugiato del talentuosissimo “illustra(u)tore” e grafico spagnolo Ximo Abadía, nato ad Alicante nel 1983 e residente a Madrid, dove a 18 anni ha intrapreso i suoi studi di illustrazione dopo un’autoformazione infantile divisa tra fumetti francesi, comics americani e riviste underground spagnole che hanno orientato il suo gusto eclettico connotandone il timbro incisivo, densamente cromatico e anticonvenzionale. Cifra est/etica e stilistica che vibra (e fa vibrare il lettore) anche nella storia, cruda, potente e antiretorica, raccontata in Khat (titolo che allude alla droga il cui nome scientifico è "Catha edulis Forsk", ossia l’arbusto che viene spesso masticato e utilizzato nelle Afriche, e non solo, per le sue proprietà euforizzanti, eccitanti e stimolanti), tradotta da Loredana Serratore in un volume rilegato di grande formato e pari cura editoriale, con illustrazioni a colori accesi su ampie campiture giallo sole intervallate, nei momenti più drammatici, da pagine nero-blu dove il testo, scarno ed essenziale, scandisce quasi come una didascalia, anche nei balloon colorati e negli ampi spazi di silenzio, la forza delle immagini: altrettanto essenziali e stilizzate, ma fortemente narrative.

Eloquenti. E incalzanti, nel ripercorrere l’odissea di Natan (Getachew), minorenne eritreo in fuga dalla dittatura, dalla miseria e dalla fame che ha affrontato l’attraversamento di frontiere in un inferno crescente di vessazioni, prigionie, torture e molteplici disavventure (dall’Etiopia al Sudan, dal Ciad all’Egitto, dal deserto fino alla Libia e all’imbarco a pagamento) che alla fine lo farà approdare, il 17 giugno 2018, a Valencia, in Spagna, su una imbarcazione stracolma di centinaia di migranti come lui.

Nell’ormai vasta ― ed eterogenea, per linguaggi, generi ed esiti ― letteratura per ragazzi sugli attuali fenomeni migratori, Khat si configura, più che come un fumetto nell’accezione tradizionale del termine, o come un graphic novel (romanzo disegnato che è ormai un genere di crescente successo con il quale Abadìa ha non a caso esordito, nel 2009, con il volume Cartulinas de Colores, edito da Diàbolo), semmai come una prova magistrale di graphic journalism letterario: o di un taccuino/reportage di viaggio che sa in/formare e documentare, non senza emozioni forti, ma a ciglio asciutto, un pubblico trasversale su una tragedia collettiva che continua ad essere misconosciuta, minimizzata, se non edulcorata, taciuta o, peggio, strumentalizzata ideologicamente, con un effetto di dematerializzazione della sua carica esplosiva di umanità dolente, ferita e calpestata anche in età in cui si avrebbe invece diritto a giocare, istruirsi ed essere curati per crescere. Khat (pubblicato in prima edizione da La Joie de lire di Ginevra, Svizzera, nel 2022) è stato insignito anche del prestigioso premio Fauve des lycéens all’ultimo Festival internazionale del fumetto di Angoulême, in Francia. Ed è allora merito del Gatto Verde, guidato da una giovane e brillante direttrice editoriale napoletana, Nicoletta del Giudice (figlia d’arte di Federico del Giudice, capostipite di uno storico marchio napoletano, Edizioni Simone, specializzato da mezzo secolo in testi giuridici universitari, manualistica professionale e volumi di preparazione ai concorsi pubblici, di recente quotato in Borsa) aver intercettato il valore di questo libro: uno (ma non l’unico) dei fiori all’occhiello di una nuova sigla editoriale per ragazzi che in nemmeno un anno di vita ha già al suo attivo una precisa e riconoscibile progettualità identitaria, che ha prodotto un cospicuo numero di titoli attenti, nell’alveo degli albi illustrati e della non fiction, sia al tema della sostenibilità («intesa – spiegano in casa editrice, composta da un affiatato gruppo di lavoro che sa declinare il ciclo produttivo in un clima raro di collaudata impronta e unità familiare - in tutte le sue espressioni, quindi non semplicemente ambientale ma anche come progresso civile e sociale»), sia a temi legati alla diversità in ogni sua sfaccettatura, e alla divulgazione scientifica: «trattati attraverso la sollecitazione dello spirito critico del bambino, e non come un insieme di regole astratte cui uniformarsi passivamente per un generico “mondo migliore”», come tengono a precisare. Per offrire ai bambini, aggiungono in sintonia con il messaggio di Mattarella alla BCBF, «libri attraverso i quali dare una lettura trasversale del mondo con occhi diversi, fuori dagli schemi, per sviluppare senso critico e accompagnare i bambini nella conoscenza di loro stessi e delle loro emozioni». Ma anche «per stare accanto a genitori, nonni e famiglie, docenti e piccoli lettori, offrendo loro momenti di condivisione e spunti di riflessione, di dialogo e di gioco nell’avventura della crescita».

Di Khat, in particolare, dice Nicoletta del Giudice, esultante per il riconoscimento dell’Andersen: «Con questo libro abbiamo deciso di accompagnare i lettori in un viaggio crudo e scomodo. In molti mi hanno chiesto se sia adatto ai bambini. La mia risposta è che probabilmente non è adatto a tutti gli adulti. Non è adatto a coloro che si rifugiano nei luoghi comuni, non è adatto a coloro che ignorano quello che accade oltre le mura delle proprie case e fingono di non sapere che spesso per molti una casa non esiste. Certo, suggeriamo per i bambini una lettura accompagnata da un adulto, ma probabilmente dovremmo anche consigliare all’adulto una lettura accompagnata da un bambino, ovvero da chi non abbia pregiudizi e la cattiva abitudine di giudicare ciò che non si conosce. Mostrare ai bambini e ai ragazzi aspetti spesso nascosti del loro quotidiano è uno degli intenti del Gatto Verde: la curiosità, la voglia e la capacità di fare domande è difatti tipica dei primi anni del bambino, ma è spesso frenata da adulti poco pazienti e poco attenti all’importanza di quella fase di crescita. Queste capacità, innate in ogni bambino, richiedono esercizio continuo per essere sviluppate, e per accompagnarlo verso una crescita più consapevole predisponendolo al meglio alla vita adulta. E la curiosità richiede esercizio, sempre». Nel proprio stand alla Fiera internazionale del libro per ragazzi di Bologna, affollata di visitatori, agenti, curiosi, autori e amici, il gruppo del Gatto Verde ha accolto anche lunghissime file di illustratori di tutto il mondo, con i loro portfolio e progetti editoriali sotto il braccio: prontamente intervistati, per i social, dalla direttrice editoriale con quell’”esercizio della curiosità” mutuato, come metodo, dal mondo dell’infanzia. E quasi tutti, giovani e più maturi, in coda per mostrare le proprie illustrazioni, si sono detti attratti dal piglio di dinamismo “fresco” e “moderno” della giovane sigla. Una (bella) storia nella storia.

Se ne riparlerà alla prima presentazione dei finalisti del premio Andersen 2024, martedì 16 aprile (ore 16.45) alla Biblioteca Internazionale per ragazzi E. De Amicis di Genova, con Martina Russo, coordinatrice dello staff redazionale della rivista fondata da Gualtiero Schiaffino). All’incontro parteciperanno anche gli insegnanti di ogni ordine e grado delle scuole genovesi che, nelle settimane successive, grazie alla collaborazione con la Cooperativa Infantia e il progetto ScarabocchiArte, realizzeranno con le loro classi opere grafico-pittoriche collettive ispirate ai titoli finalisti del Premio Andersen, dando vita a una mostra che sarà inaugurata sabato 11 maggio, sempre alla Biblioteca De Amicis. Il successivo appuntamento con il Premio Andersen sarà infine sabato 25 maggio, nella Sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale di Genova, dove si terrà la cerimonia di premiazione dei vincitori e l’annuncio del SuperPremio Andersen “Gualtiero Schiaffino” per il miglior libro dell’anno, votato da una giuria allargata di esperti tra i titoli che vincono nelle singole categorie (tra autori, collane, progetti editoriali, protagonisti della cultura dell’infanzia), contestualmente alla premiazione della “libreria per ragazzi dell’anno” (riconoscimento intitolato a Gianna e Roberto Denti e promosso da AIE-Associazione Italiana Editori e rivista Andersen) e al nuovo premio assegnato da Rai Radio Kids al libro più radiofonico.

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