Terra dei fuochi, fiaccolata con mille persone per i giovani morti di cancro

Terra dei fuochi, fiaccolata con mille persone per i giovani morti di cancro
Sabato 11 Aprile 2015, 21:13
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Circa un migliaio di persone ha partecipato alla fiaccolata organizzata ad Acerra per ricordare i giovani morti di cancro nella cosiddetta Terra dei fuochi.



Il corteo, che si concluderà con un lancio di lanterne cinesi, sta ripercorrendo il percorso effettuato per la via Crucis del Venerdì Santo, e ad aprirlo è un gruppo di bambini che tiene uno striscione con le parole pronunciate da Papa Francesco: «Chi ama Dio si impegna a salvaguardare la vita e la salute dei fratelli».



Un fiume di candele, con donne che pregano il Signore per ricordare le ultime vittime di tumore, come Marco, il 16enne acerrano morto la notte di Pasqua, le cui zie stanno partecipando alla manifestazione, o Checco, il bambino di 4 anni che era stato abbracciato dal Pontefice durante la sua visita a Napoli, morto ieri per il cancro, ma anche tutti gli altri bambini e giovanissimi che hanno perso la vita nella Terra dei fuochi. Prima della partenza della fiaccolata, alle 'mamme coraggio' è stato consegnato un messaggio inviato dal vescovo monsignor Antonio Di Donna, assente perchè in ritiro spirituale, il quale ha ribadito che non ci si può «limitare a contare i morti nè rassegnarsi».



Il vescovo, facendo proprie le parole di Papa Francesco, ha esortato tutti «a non perdere la speranza. Insieme possiamo lavorare a un futuro sereno e diverso per la nostra città. Ma disuniti non si va da nessuna parte, non disperdetevi perchè la frammentazione favorisce l'idea di fare di Acerra uno scarto».



Della speranza hanno parlato anche le mamme coraggio, le quali hanno affermato che la presenza alla fiaccolata di stasera non deve servire ad «aggiungere dolore al dolore». «Quando una comunità è provata così duramente come la nostra - hanno detto le donne - quando il dolore l'attraversa così profondamente, si rimane sconcertati, disorientati e impauriti.
Ma nei momenti difficili bisogna avere fiducia in noi stessi, e nei mezzi e nei percorsi propri e di tutti quelli che condividono l'obiettivo della vivibilità in questa terra. Nulla è immodificabile».
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