De Luca, Bassolino e le loro truppe: il Pd prepara un’altra guerra di Napoli

De Luca, Bassolino e le loro truppe: il Pd prepara un’altra guerra di Napoli
di Pietro Treccagnoli
Martedì 6 Ottobre 2015, 08:59 - Ultimo agg. 10:53
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La storia della sinistra è fatta di divisioni, non di eserciti. Di divisioni nel senso di fratture, separazioni, spaccature, non di unità militari. Vecchie ruggini, interessi di bottega, voglia di visibilità, salti della quaglia. È un «dato costitutivo» della sinistra: metti quattro militanti insieme e si costituiscono otto correnti.



Storia vecchia. Genetica. A Napoli, in vista delle Comunali è ancora peggio. Stanno tutti ammacchiati, fingendo di rimpallarsi la data delle primarie o a cincischiare sull’annuncio del parto di un messianico candidato unitario, un salvatore della Patria che all’orizzonte non si vede e che in quattro anni di soporifera opposizione a Luigi De Magistris non hanno saputo costruire. Giocoforza il dibattito ruota a un «Bassolino Relodead», ricaricato, ricandidato, riemerso dalle nebbie come il Commendatore del «Don Giovanni». Si parla di lui anche quando non lo si nomina.



Però, l’imminenza di una sua nuova discesa in campo comincia a scoperchiare logore ostilità, contrasti che risalgono ad almeno a venti anni fa e che si ripropongono con ruoli invertiti. Quindi, riecco sul palcoscenico «i duellanti» che, come gli spadaccini di Joseph Conrad, si sfidano appena s’incontrano, appena le scelte e i destini li vedono attori di una rappresentazione inscenata con colpi di fioretto più che con colpi di sciabola. Per ora, perché le sciabole verranno fuori dai foderi.



Portate pazienza. Il presidente della Regione, il pd Vincenzo De Luca, da Ercolano ha provato a dettare la propria linea per il percorso elettorale a Napoli: prima la ricerca di un candidato unitario e poi, se non si trova, le primarie. E ha aggiunto con tono minaccioso e troppo sibillino: «È evidente che a un certo punto farò in modo estremamente chiaro un discorso di verità e la verità sarà cruda e ineludibile».



Chi è bravo può immaginare quale sia questa verità. Di fatto ha l’effetto di un altolà. Per quello che può contare a Napoli, spiegano con sufficienza dalla corte di Bassolino. La domanda che sorge spontanea e che appare scontata e di vago sapore vetero-comunista è: ma quante divisioni (questa volta nel senso di unità militanti) ha De Luca a Napoli? Poche. Per quanti sforzi faccia l’ex-sindaco di Salerno è percepito ancora come un anti-napoletano o perlomeno allergico alle cofecchie cittadine. Ma soprattutto il suo drappello locale è costruito, per ora, in gran parte di collaudati miglioristi, figli e nipoti politici degli avversari storici di Bassolino.



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