Dal parroco del Gesù Nuovo due doni preziosi per il Papa dei poveri

Dal parroco del Gesù Nuovo due doni preziosi per il Papa dei poveri
di Donatella Trotta
Domenica 22 Marzo 2015, 23:06 - Ultimo agg. 23:07
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L’incontro di Papa Francesco con la sofferenza umana degli ammalati è la quinta tappa del suo pellegrinaggio campano. Un piccolo esercito di uomini, donne e bambini che incarna un momento centrale e denso di emozioni nell’itinerario del Pontefice sulla via delle opere di misericordia, ospitato - non a caso - nella monumentale chiesa gesuitica del Gesù Nuovo, considerata la parrocchia di Napoli e situata nel cuore storico della città dove visse e operò Giuseppe Moscati (1880-1927): il medico santo canonizzato il 25 ottobre 1987 da Giovanni Paolo II e venerato anche come «il medico dei poveri».



È un personaggio chiave, Moscati, per la simbolica concretezza di un incontro rigorosamente a porte chiuse. Per volontà stessa del Papa, che all’inizio del suo incontro si soffermerà in preghiera davanti all’urna con le spoglie del santo, nella cappella della Visitazione. E a tutela della riservatezza dei pazienti di tutte le età, provenienti da tutti gli ospedali di Napoli e accompagnati dai volontari dell’Unitalsi, con la presidente della sezione campana, Ofelia Bonavolontà, e da tante altre associazioni di volontariato ospedaliero: dall'Avo all'Amami.



Lo conferma il parroco del Gesù Nuovo, padre Vincenzo Sibilio: «Il carisma di Bergoglio - dice - è radicato in tre grandi novità per la Chiesa: è il primo Papa gesuita, il primo latinoamericano ma anche il primo pontefice emigrato dei tempi moderni. Elementi che segnano il suo magistero, attento ai poveri, ai migranti, agli ultimi, oltre che permeato dall’intelligenza di una fede che è capacità di discernere i tempi e intervenire sui tempi, tipico della spiritualità gesuitica». Per questo, padre Vincenzo ha preparato due doni molto speciali per papa Francesco, che mostra in anteprima al «Mattino»: un prezioso reliquiario in argento contenente un frammento osseo di Moscati e una parte della veste di lana di San Francesco De Geronimo (1642-1716), gesuita italiano originario di Grottaglie, proclamato beato nel 1806 e santo nel 1839.



Segni di una «rivoluzione della solidarietà»: come quella raccontata in un nuovo libro di testimonianze - due su 13 dedicate proprio alla sanità in Campania e al ricordo di Moscati - curato da Francesco de Notaris, fresco di stampa per La Scuola di Pitagora e appena consegnato nelle mani del Santo Padre. Il quale entrerà nel Gesù Nuovo, blindato per l’occasione in una piazza presidiata da uno spiegamento straordinario di forze dell’ordine, intorno alle 16: ad accoglierlo, 800 malati in grado di camminare, con altrettanti accompagnatori; in due settori centrali, 20 pazienti più gravi in barella, 30 in sedia a rotelle e un gruppo di non vedenti, accanto a 130 esponenti della professione sanitaria e, verso l’altare, venti cappellani ospedalieri, 40 gesuiti e un centinaio di parrocchiani.



Tra i tanti, un gruppo di anziani indigenti della città guidati dall’animatrice geriatrica Anna Maria Gargiulo, responsabile nazionale delle strutture Anasta, che doneranno al Papa piccoli bouquet di confetti biancogialli con l’effigie di Moscati, per i senza dimora del Vaticano. In tutto, oltre duemila persone: volti del dolore, dell’assistenza e della speranza. Per un incontro che Ernesto Esposito, direttore generale dell’Asl Napoli1, così sintetizza: «Una visita importante, non solo sul piano pastorale, anche per dare il segno di come le istituzioni sono vicine alla sofferenza umana».
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