Secondo il racconto di alcuni migranti ascoltati della polizia, il gommone su cui si trovavano era seguito da un branco di squali. Quando uno degli extracomunitari è morto dopo avere respirato vapori di carburante, tra i viaggiatori è scattata l'idea: gettare in mare il corpo del loro compagno di viaggio per allontanare gli squali. Il racconto choc è stato fatto da diversi testimoni che hanno sottolineto che la decisione non è stata rapida ed è stata dibattuta. Alla fine ha vinto la paura e la salma è stata fatta scivolare in mare. Il corpo è stato dilaniato dagli squali e il gommone si è allontanato dal branco. La polizia di Ragusa, intanto, continua i trasferimenti dei migranti sbarcati in questi giorni poichè tra poche ore giungeranno a Pozzallo altre 2 navi con a bordo più di 450 persone.
Spari contro la Guardia Costiera. Alcuni spari in aria sono stati esplosi da una motovedetta libica che è intervenuta al largo delle coste della Libia, dove il rimorchiatore privato italiano "Asso 21" aveva soccorso un barcone di migranti. I fatti, secondo quanto si è appreso, risalgono al tardo pomeriggio di ieri. Il rimorchiatore aveva appena concluso il trasbordo di un numero imprecisato di migranti che si trovavano su un barcone quando è intervenuta la motovedetta, con tanto di lampeggiante e personale in uniforme, che ha preso a rimorchio il barcone dirigendosi verso terra. Nella fase di avvicinamento sarebbero stati sparati dalla motovedetta alcuni colpi in aria.
Nel frattempo è stata allertata una unità della Marina militare italiana, che svolge attività di pattugliamento e fornisce sicurezza marittima nel canale di Sicilia proprio in relazione all'emergenza immigrazione.
La nave si è avvicinata alla motovedetta e ne ha monitorato, per un tratto, il tragitto verso il porto di destinazione senza alcun altro tipo di intervento.
La Guardia Costiera ha però smentito in mattinata quanto trapelato da fonti di stampa: «Non c'è stato nessuno sparo».