L'insalata pronta in busta conquista tutti: vendite boom ma c'è chi storce il naso

L'insalata pronta in busta conquista tutti: vendite boom ma c'è chi storce il naso
Venerdì 27 Febbraio 2015, 09:06 - Ultimo agg. 11:11
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ROMA - Pronta e lavata l'insalata mista. Sbucciata, porzionata, e comoda da sbocconcellare, strada facendo, la frutta. Agli italiani l'ortofrutta piace così. E i primi segni di uscita dalla crisi si vedono nel carrello della spesa, dove nel 2014 le vendite a volume degli ortaggi di IV gamma sono cresciute del +0,60% secondo dati Nielsen, anche se con una contrazione a valore del -1,5%. Mentre nell'ultimo trimestre «sta partendo un trend molto positivo per l'ortofrutta di quarta gamma con incrementi delle vendite del +3,3% presso la grande distribuzione (Gdo)» annuncia, con soddisfazione, Gianfranco D'Amico, presidente di Aiipa IV gamma, nonchè amministratore delegato di Bonduelle Italia, uno dei dieci operatori associati ad Aiipa che insieme fanno il 90% del mercato dell'ortofrutta in busta made in Italy.



La parte del leone nelle scelte di acquisto la fanno la lattughina, la varietà iceberg (la tenera), e la rucola, che insieme sono sul podio col 33% dei volumi di vendita.



Primato alle mix. Primato alle mix che valgono il 50% delle vendite. La lattuga invece è solo sesta, mentre il radicchio è una nicchia che vale appena lo 0,6%, ma crescono i volumi, a partire dal Nordest. Il settore è di tutto rispetto in termini di valore, 700 milioni di euro al consumo secondo dati Nielsen (per dire, la pasta made in Italy vale 1,2 mln) con 90mila tonnellate imbustate l'anno. Sembra dunque superata la parentesi negativa della flessione delle vendite tra la fine del 2012 e l'inizio del 2013, grazie all'ampliamento dell'offerta, le innovazioni nel packaging e la praticità d'uso in ogni luogo e circostanza (scuole, aeroporti, stazioni, ospedali, posto di lavoro, ecc.). «Sono prodotti che incentivano il consumo di frutta e ortaggi - sottolinea D'Amico - grazie al loro già essere porzionati, puliti, sbucciati, lavati e posti in confezioni idonee al pronto uso. La nostra industria di trasformazione risponde alle esigenze moderne di alimentazione e aver reso più semplice l'accesso a prodotti salutari delle campagne italiane è l'unica evoluzione che è stata fatta nell'ortofrutta. In tanti raccomandano diete ricche di verdure diverse, noi le rendiamo facili - continua il presidente Aiipa IV gamma - proponendo una alternativa 'green' anche nella pausa pranzo. Con i nostri mix diamo gusto e colore ai pasti light, di soliti percepiti come tristanzuoli, e muoviamo 300-400 aziende agricole da Nord a Sud nostre fornitrici di prodotti che sono naturali, senza nulla aggiunto. Se ci sono tracce di fitofarmaci le verdure fresche vengono mandate indietro ai fornitori, e nostri agronomi assistono i coltivatori per garantire produzioni ecosostenibili. E ci sono distretti da record, come quello di Salerno dove si produce il 70% delle rucola d'inverno consumata in Europa».



Prezzi alti? A chi lamenta prezzi troppi alti per l'insalata in busta, il presidente Aiiipa fa osservare «se un consumatore single dovesse acquistare i singoli ingredienti per fare un mix spenderebbe cinque volte il costo del confezionato, diverso è il discorso per le famiglie numerose.
Per tutti il vantaggio della freschezza, quattro stagioni» conclude D'Amico.




Ma c'è chi storce il naso. Joanna Blythman, famosa giornalista investigativa britannica che si occupa di cibo, nel suo libro sostiene di aver scoperto che l'insalata, prima di essere confezionata e di arrivare sugli scaffali del supermercato, viene lasciata per diverse ore in acqua e cloro: la stessa acqua viene utlizzata più ore del dovuto e, per questo, il suo effetto igienizzante viene neutralizzato. Proprio per questo, la Blythman sostiene che i batteri presenti sull'alimento non vengono aliminati, rendendo l'insalata tutt'altro che salutare.