Meredith, la seconda vita di Sollecito: «Sentirò Amanda vorrei rivederla»

Meredith, la seconda vita di Sollecito: «Sentirò Amanda vorrei rivederla»
di Vincenzo Damiani e Luigi Foglietti
Domenica 29 Marzo 2015, 20:46 - Ultimo agg. 20:48
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Un cornetto alla nutella, un cappuccino e una spremuta d'arancia. È ripresa così la nuova vita di Raffaele Sollecito, con una normale colazione consumata in una camera dell'hotel Parco dei Principi, a Bari, insieme con la sua fidanzata Greta. Ma per lui avrà avuto un sapore diverso il risveglio ieri mattina: dopo otto anni trascorsi con la spada di Damocle di una sentenza che avrebbe potuto cambiargli l'esistenza, il ragazzone di Giovinazzo è definitivamente fuori dall'incubo. La Cassazione lo ha assolto insieme alla sua ex fidanzata statunitense, Amanda Knox.







«Sono felicissimo per la sentenza», spiega nella hall dell'albergo dove, alle tre di notte, ha trovato rifugio dopo i festeggiamenti con la famiglia. «Lunedì, a Roma, terrò una conferenza stampa assieme al mio avvocato e potrete farmi tutte le domande che vorrete, ma adesso per favore non seguitemi più. Racconterò tutto lunedì», dice prima di catapultarsi di fretta sulla sua Audi nera con targa straniera e di raggiungere il padre nella villetta di Bisceglie, 50 chilometri più a nord rispetto a Bari. La sera prima, subito dopo la sentenza della Cassazione quando sua sorella gli ha comunicato la notizia, Raffaele lo ha promesso alla fidanzata Greta: «Adesso voglio tornare a vivere, trovare un lavoro per quello che ho studiato. Ho parlato con Amanda al telefono, ma mi piacerebbe rivederla. La verità ha finalmente trionfato, ora lo possiamo dire davvero».



LA RITROVATA NORMALITÀ Tutta la giornata di Raffaele sarà “normale”: dopo la colazione, un lungo pranzo con i suoi parenti e, nel tardo pomeriggio, un fugace incontro con gli amici di vecchia data. Greta, una bella hostess di volo, sarà l'unica presenza costante in questo sabato apparentemente tradizionale ma, a suo modo, speciale.



Un weekend felice per tutta la famiglia Sollecito. «L'alba di un nuovo giorno», dice sorridente il papà Francesco mentre esce di casa, a Bisceglie, intorno alle 10 e 30. «Abbiamo festeggiato sino alle 3-4 di notte - prosegue - dopo tante nottate in bianco è stato un modo per abbattere la tensione».



ALL'ESTERO A differenza di suo figlio, il papà è più loquace, ha voglia di esternare e togliersi anche qualche sassolino dalle scarpe. «Adesso si ricomincia - riprende - Raffaele ha fatto tanti progetti, ma viveva in sospeso, adesso potrà finalmente approfondirli e concretizzarli. Potrà tornare a viaggiare e andare all'estero, potrà tornare a vivere. Dove andrà? Dove lo porterà il lavoro, anche all'estero, perché no, sapete che parla benissimo l'inglese».



Venerdì, dopo la sentenza di assoluzione, Raffaele si è sentito telefonicamente con Amanda. «Non so cosa si siano detti - rivela il papà - ho sentito solamente che urlava dalla gioia e piangeva». Papà Sollecito non ha mai lasciato il figlio da solo, ha sempre creduto alle sue parole lo ha difeso nei momenti più difficili sfidando tutti, dagli investigatori ai magistrati, pur di affermare quanto ha sempre pensato: «Sono d'accordo con mio figlio, quella dei giudici della Cassazione non è una sentenza particolare, non è un atto di coraggio o qualcosa di straordinario. È solo una corte che ha veramente letto le carte del processo e ha capito quanto queste indicassero».



Anche oggi sarà una giornata di riposo, domani invece l'ex imputato volerà a Roma per incontrare l'avvocato Giulia Bongiorno. Non è escluso che si parli anche di una futura richiesta di risarcimento danni per ingiusta detenzione.