Al teatro Argentina il funerale laico di Luca De Filippo, un uomo vissuto per la scena

Al teatro Argentina il funerale laico di Luca De Filippo, un uomo vissuto per la scena
di Luciano Giannini
Lunedì 30 Novembre 2015, 08:44 - Ultimo agg. 14:42
3 Minuti di Lettura

Sarà una cerimonia semplice, e soprattutto laica, dove il teatro si trasformerà in chiesa per la ritualità di un addio. Così fu per il padre Eduardo; così per Francesco Rosi, padre della sua ultima moglie, Carolina. Oggi il mondo del teatro e della cultura darà l’ultimo saluto a Luca de Filippo, stroncato da un tumore venerdì scorso, a 67 anni. La famiglia ha scelto Roma per la celebrazione. A Roma l’erede di Eduardo era nato nel 1948 anche se, ovviamente, portava in sé profonde le radici napoletane.

Dunque, la «chiesa» non poteva che essere l’Argentina, palcoscenico principale dello Stabile della capitale. In queste ora Carolina con Matteo, Tommaso e Luisella, i tre figli di Luca, stanno decidendo la scansione, le tappe del rito, un programma destinato a cambiare a mano a mano che ci si avvicina alla cerimonia. Le porte del teatro saranno aperte alle 14.30 e lo resteranno fino alle 18. La bara sarà probabilmente sistemata in sala, tra la prima fila di poltrone della platea e il proscenio. Là Luca riceverà alle 16,30 il saluto di amici, attori, registi e tecnici del teatro e del cinema, ma anche di personaggi della cultura. Non a caso, sarà Raffaele La Capria a ricordarlo a tutti; e, con lui, l’ex presidente Giorgio Napolitano, la regista Lina Wertmuller e lo psicanalista Massimo Ammaniti. È previsto anche un momento musicale, affidato ad altri due cari amici, il premio Oscar Nicola Piovani e il maestro Antonio Sinagra. Il primo si chiude nel riserbo più stretto, con un laconico: «Il dolore è muto». E aggiunge: «E, poi, stiamo ancora decidendo».

Probabilmente, i brani da lui scelti saranno la sua «Ninna nanna», tra l’altro colonna sonora dell’ultimo spettacolo fatto insieme con Luca e rappresentato anche al San Ferdinando, «Padre Cicogna»; quindi, una canzone napoletana molto amata da Luca e dal padre, «Uocchie c’arraggiunate». Piovani al piano dovrebbe essere accompagnato da violoncello e flauto. Quanto a Sinagra eseguirà due brani altrettanto ricchi di simbolo: «‘A matassa», con la voce di Lalla Esposito, tratto da un famoso spettacolo che Luca fece in omaggio al padre, «Penziere mieie»; e «‘Nfunno a lu mare», dalla versione in napoletano antico della «Tempesta» di Shakespeare tradotta dallo stesso Eduardo. La voce sarà quella di Antonio Murro. Sinagra, al piano, sarà accompagnato dalla figlia Marianna al violoncello e da Marco Zurzolo al sassofono. Da Napoli partiranno per l’Argentina il governatore della Campania Vincenzo De Luca, l’assessore comunale alla Cultura Nino Daniele, con il gonfalone della città. In occasione della cerimonia, il sindaco Luigi De Magistris ha proclamato il lutto cittadino a Napoli con bandiere a mezz’asta sul Maschio Angioino e su Palazzo San Giacomo. Egli stesso commemorerà Luca in apertura di consiglio comunale. Dal Mercadante, invece, partirà un bus con i 25 allievi dell’Accademia d’arte drammatica dello Stabile, di cui Luca aveva accettato la direzione con la passione, l’impegno e il senso di responsabilità che lo distinguevano. Anche dall’Istituto penale minorile di Nisida si muoverà una delegazione di ragazzi, per dire grazie a un uomo di teatro che non ha dimenticato la lezione civile ricevuta dal padre.