«Gli ospedali Frangipane di Ariano Irpino e Criscuoli-Frieri di Sant’Angelo dei Lombardi non hanno ancora attivato il Codice calore così come disposto da una circolare ministeriale diffusa lo scorso 13 luglio». Il sindacato delle professioni infermieristiche, Nursind, sottolinea come questa circostanza «abbia comportato problemi di gestione nella rete dell’assistenza territoriale in particolare in quella di prossimità» con «ripercussioni negative sull’intero sistema sanitario provinciale». Il segretario territoriale del Nursind, Romina Iannuzzi, e il segretario aziendale, Michele Rosapane, ricordano: «Il 13 luglio una circolare del Ministero della Salute avvisava il dipartimento della Protezione civile e le Regioni delle ondate di caldo che si sarebbero registrate di lì a poco in Italia».
A fine luglio, come noto, nella provincia di Avellino si sono registrate temperature elevate con tassi di umidità superiori all’80 per cento: «La circolare ministeriale - proseguono i sindacalisti - dava indicazione alle Aziende sanitarie locali (Asl) di potenziare la medicina territoriale, riattivare le Unità speciali di continuità assistenziale (Usca), estendere 7 giorni su 7 l’apertura degli ambulatori territoriali e potenziare i servizi di guardia medica, ma soprattutto nei attivare il Codice calore nei pronto soccorso». Quindi l’accusa alla direzione strategica dell'Asl di Avellino (che gestisce entrambi i plessi e che Il Mattino ha provato a contattare ma senza ottenere risposta): «Dai dati in nostro possesso - affermano Iannuzzi e Rosapane - presso l’Asl di Avellino, le Usca risultano non più in funzione (durante le ondate di calore avrebbero rafforzato l’assistenza domiciliare ai pazienti fragili), gli ambulatori territoriali non sono stati aperti 7 giorni su 7 e non è mai stato introdotto nei pronto soccorso dei presidi ospedalieri Asl il Codice calore».
Il riferimento del Nursind è sia all’ospedale di Sant’Angelo dei Lombardi sia al Frangipane di Ariano dove non è stata presa in considerazione la procedura indicata dal ministero. «L’effetto - aggiungono ancora i segretari del Nursind - è stato quello di un grave sovraccarico dei dipartimenti di emergenza: 118 e pronto soccorso».