Il Sud e la giornata dell'identità, discussione alla commissione Cultura del Comune di Napoli

Il Sud e la giornata dell'identità, discussione alla commissione Cultura del Comune di Napoli
Giovedì 9 Marzo 2017, 15:03 - Ultimo agg. 13 Marzo, 16:23
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E' stata la prima volta e la proposta è stata accolta con grande apertura e interesse dalla presidente Elena Coccia. Alla Commissione Cultura del Consiglio comunale, si è discusso di identità e storia meridionale. L'idea è partita dalla consigliera del M5S Francesca Menna, con 7 inviti a studiosi esterni e la partecipazione, su delega del sindaco Luigi De Magistris, di Flavia Sorrentino.

La coincidenza con l'arrivo di Matteo Salvini a Napoli non è stata casuale. Il Sud è scomparso dalle agende dei governi nazionali da quando la Lega è diventata forza politica di potere. Il pregiudizio e le preclusioni nei confronti dei meridionali non si sono mai spenti. Il titolo de quotidiano milanese Libero, "Piagnisteo napoletano", che metteva insieme quattro vicende diverse l'una dall'altra, ne è stato un esempio. Ma lo sono anche i lugubri e tristi cori anti-meridionali negli stadi.

E' un sentire comune, un'anti-cultura che nasce dall'assenza di conoscenza. Gli italiani non si conoscono tra loro: quelli del nord non sanno nulla della storia e dell'identità del sud. Al nord pensano che l'ingresso di Garibaldi a Napoli il 7 settembre 1860 abbia chiuso i conti con l'unificazione, ignorando lo sfacelo sanguinoso e violento del brigantaggio, le dure repressioni, la feroce guerra contadina e la rivolta antiunitaria dai tanti volti.

Al nord si pensa ancora che il brigantaggio sia il padre della mafie, quando fu invece altro. Si confonde ribellione armata con criminalità. Ma quest'ignoranza fa il paio con la voluta marginalità economica e di interesse nazionale che ha investito la realtà del Mezzogiorno nel Paese. Marginalità diventa rimozione culturale, ma anche racconto interessato sul Sud sempre "opportunista", "ozioso", "illegale", "furbo", "criminale" che ne giustifica l'abbandono a se stesso.

Un Sud visto di nuovo come "palla al piede" , con una Napoli raccontata nella sua napoletaneria folkloristica che fa vendere giornali, fornisce audience a programmi televisivi, Rai compresa. Si ignora la napoletanità autentica, la storia meridionale, la sua bellezza, la sua voglia di riequilibrio nazionale con proposte e idee sulle questioni ed i problemi che riguardano queste terre.

Anche di questo si è parlato alla Commissione Cultura del Comune di Napoli. Varie letture, diverse visioni, una sintonia: l'ipotesi di pensare a individuare una data per celebrare l'identità dell'intero Sud. Guardando la storia unitaria, una delle date aggreganti potrebbe essere il 2 dicembre. E' il giorno, nel 1861, in cui intervenne in Parlamento il deputato milanese Giuseppe Ferrari. Denunciò le dure repressioni nelle regioni meridionali, parlò dell'eccidio di Pontelandolfo, bacchettò il governo sui metodi adottati solo violenti per intervenire su una grande questione sociale che riguardava le ex Due Sicilie. Una data simbolica anche questa, che include le vicende del brigantaggio e i morti nella repressione unitaria, portati per la prima volta in una sede istituzionale unitaria e, per giunta, da un deputato del nord.

Probabilmente, sulla seduta di Commissione sarà preparato un ordine del giorno da illustrare in Consiglio comunale. Comunque vada, è importante che di questi temi si discuta nelle istituzioni. Troppi blocchi e tabù, troppe prevenzioni lo avevano vietato. Merito di anni e anni di sensibilità, studi, denunce, prese di posizione di studiosi, movimenti e associazioni. Merito di una sensibilità che cresce soprattutto tra i giovani. Merito di una voglia di identità e di orgoglio nel sentirsi meridionali. E, a due giorni dall'arrivo di Salvini a Napoli nella prima convention leghista nel Sud, è un segnale da non sottovalutare.
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