Botte dai rapinatori, poi la morte
I nipoti: «Vogliamo giustizia»

La casa in cui la pensionata è stata picchiata e rapinata
La casa in cui la pensionata è stata picchiata e rapinata
di Mary Liguori
Venerdì 14 Ottobre 2016, 12:37 - Ultimo agg. 21:16
3 Minuti di Lettura
«Ci auguriamo che chi ha aggredito nostra zia resti a lungo in prigione, ma non riusciamo a capire per quale ragione la procura non abbia disposto l’autopsia sul suo corpo per stabilire se è morta a causa dell’aggressione che ha subito a Ferragosto dopo la quale non si è mai più ripresa». 

Sono le parole di Giuseppe Alberico, uno dei nipoti della signora Concetta, la pensionata morta due giorni fa in ospedale a due mesi da una violenta rapina durante la quale fu ripetutamente colpita a pugni.

Ieri, a Marcianise, si sono svolti i funerali della donna che era vedova e non aveva figli, ma tanti nipoti che, ora, chiedono giustizia.
«Prima dell’aggressione nostra zia era una donna autonoma, infatti viveva da sola, aveva ovviamente i suoi acciacchi, ma dopo quello che ha subito è iniziato un inesorabile declino», spiega Giuseppe.
«Al di là delle lesioni fisiche riportate durante la rapina, era molto provata da un punto di vista emotivo» ricorda Giuseppe.

«Terrorizzata al punto che tutte le volte che andavo a trovarla mi chiedeva di venire a vivere a casa mia una volta che l’avessero dimessa dall’ospedale», dice ancora Giuseppe.

Ma Concetta dall’ospedale non è più tornata. Dopo l’aggressione, avvenuta il 14 agosto, è stata ricoverata al civile di Marcianise e, lo scorso 6 settembre, trasferita in una clinica di Capua, dove si è spenta martedì notte. «Aveva paura che gli amici delle persone che l’hanno aggredita si vendicassero, che andassero a farle del male e per questo non voleva più tornare a casa sua - spiega il nipote - da un punto di vista psicologico aveva subito un tale choc che l’aveva del tutto annientata e a questo punto non sapremo mai se le ferite riportate durante il pestaggio siano la causa della sua morte».
Vicino alla famiglia anche il sindaco Antonello Velardi. Non è ancora chiaro se la procura intenda rivedere la posizione dei due indagati per la rapina e il pestaggio, ma la famiglia di Concetta Alberico chiede giustizia per una vicenda che vede già due persone in prigione che però non rispondono della morte dell’anziana.
I fatti risalgono alla notte del 14 agosto. La signora Concetta, vedova e senza figli, dormiva sola in casa sua, in via Mascagni, quando due ragazzi entrarono di soppiatto nell’appartamento e iniziarono a rovistare nei cassetti. La pensionata, svegliata dai rumori, iniziò a strillare e uno dei due la prese a pugni sul volto. Intanto qualcuno aveva udito il fracasso e avvisato i carabinieri. I militari del Norm bloccarono Salvatore Palmiero, 26enne del posto, a poca distanza dall’appartamento teatro dei fatti. Poi fermarono anche l’ex pugile Generoso De Sivo: il giorno dopo il gip non convalidò il fermo, ritenendo insufficiente la chiamata in correità da parte di Palmiero ma, successivamente, i carabinieri raccolsero altri indizi nei confronti del pugile e scattò comunque l’arresto. Poche settimane fa, De Sivo ha ricevuto in carcere una seconda ordinanza, questa volta con l’accusa di estorsione per conto del clan Letizia, misura eseguita dalla Mobile di Caserta. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA