«Pochi uomini, squadra mobile a Casale inutile»

polizia casal di principe
polizia casal di principe
di Mary Liguori
Lunedì 6 Marzo 2017, 08:03
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CASERTA - È abusiva e inagibile la sede della sezione distaccata della Squadra Mobile di Caserta a Casal di Principe. E il sott’organico che affligge la questura di Terra di Lavoro come tante altre in Italia ha fatto il resto. Da un anno circa, la sezione casalese della Mobile esiste solo sulla carta, ciononostante ciclicamente è oggetto di riverberi retorici e polemiche. La politica s’inalbera all’indomani del trasferimento delle ultime attrezzature e dei due poliziotti da Casale alla questura di Caserta, ma il capo del pool Antimafia che lavora su queste zone, con innegabile successo, taglia corto. «Visti i problemi di organico di cui soffre la polizia di Stato, tenere aperte due sezioni in luogo di una è praticamente inutile: se la sezione distaccata di Casal di Principe può contare solo di due uomini, l’unica soluzione logica è chiuderla». Il procuratore aggiunto di Napoli, Giuseppe Borrelli, fa un’analisi coerente di una situazione figlia del mancato turn over degli organici di polizia, sviliti dai pensionamenti con un personale mai rimpinguato e fermo oggi al 40 per cento a Caserta dove la pianta non raggiunge le sessanta unità.

Le rassicurazioni in merito, giunte direttamente dal capo della polizia Franco Gabrielli, sono recenti e chiare: l’arrivo dei rinforzi è stato promesso in due distinte occasioni. Prima in commissione parlamentare, poi durante la visita in Terra di Lavoro lo scorso 25 gennaio. «Ci vorrà tempo per superare gli scompensi di organico in Polizia, ma Caserta e Foggia avranno un occhio di riguardo», disse Gabrielli. L’anno della svolta dovrebbe essere proprio il 2017. Per ora, il problema persiste.


«Quando quanto è stato progettato sarà realizzato, si potrà ragionare in termini di riorganizzazione di una sezione di squadra mobile a Casal di Principe - è il parere del procuratore aggiunto Borrelli – ma fin quando persisteranno i problemi in termini di personale, l’esistenza della sezione distaccata a Casal di Principe non ha ragion d’essere». Erano, fino a poche settimane fa, due gli agenti fisicamente distaccati nella struttura chiusa per lavori da più di un anno. Di recente, hanno fatto ritorno alla base, ovvero alla questura del capoluogo, con gli stessi compiti. «La sezione investigativa – ha infatti chiarito serenamente il questore di Caserta, Antonio Borrelli – continua a occuparsi dell’Agro benché dislocata a Caserta, ma attendiamo lo sviluppo dell’iter sulla struttura». D’altro canto, il problema in termini pratici sembra non esistere almeno a valutare il risultato del lavoro investigativo svolto sul territorio casalese e coordinato dalla Dda negli ultimi tre anni. Oltre 300 arresti, eseguiti da polizia, carabinieri e Dia, 80 dei quali negli ultimi due mesi hanno falciato le nuove leve delle fazioni Bidognetti e Schiavone-Venosa. «Come dimostrano queste operazioni, i Casalesi, benché sotto una forma diversa da quella del passato, sono tutt’altro che finiti. Per questo la guardia non va abbassata». La struttura nella quale nel 2008 l’allora capo della polizia Antonio Manganelli collocò la Mobile distaccata per far fronte all’emergenza Casalesi, come detto, è abusiva come la maggior parte dei beni confiscati alla camorra su questi territori. L’iter di normalizzazione è partito sul finire del 2015 e conseguenziale è stato il «ritorno» dei poliziotti a Caserta. Il Comune di Casal di Principe ha approvato la licenza in sanatoria nell’estate scorsa, ma saranno le attività del Provveditorato e del Demanio a tracciare il futuro della struttura in termini di agibilità. Carotaggi e saggi stabiliranno se e in che misura l’edificio è agibile e quali interventi bisognerà apportarvi. Solo a verifiche concluse saranno chiari costi e tempi dell’operazione. 
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