Minacce all'ex sindaco di Casapesenna, anche l'ex boss Antonio Iovine testimone al processo

Antonio Iovine, il giorno della cattura, dopo 14 anni di latitanza
Antonio Iovine, il giorno della cattura, dopo 14 anni di latitanza
di Mary Liguori
Venerdì 8 Gennaio 2016, 09:06
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Antonio Iovine testimonierà collegato in videoconferenza con il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, martedì prossimo, quando riprenderà il processo a carico di Michele Zagaria e del suo presunto «burattino» politico, Fortunato Zagaria, ex sindaco di Casapesenna. 
Il pentito, ex boss dei Casalesi e componente della cupola che ha retto le sorti della cosca per oltre un decennio, ha infatti rilasciato nuove dichiarazioni che si incrociano con la storia delle minacce denunciate da Giovanni Zara, ex delfino dell’ex sindaco sospettato di essere in odore di camorra, Fortunato Zagaria, e suo principale accusatore. I verbali che riguardano la vicenda oggetto del processo sono stati depositati di recente dalla Dda di Napoli. La storia che è in dibattimento risale al 2008 quando Giovanni Zara, attualmente avvocato della Federazione antiracket, all’epoca appena eletto sindaco dopo essere stato vice di Fortunato Zagaria, denunciò il suo predecessore accusandolo di averlo minacciato per conto dell’allora latitante Michele Zagaria. In sintesi, Zara non doveva parlare in pubblico di legalità né augurarsi la cattura dei boss. Tra gli episodi di cui all’epoca Zara mise al corrente le forze dell’ordine, quello di una busta ricevuta all’interno della quale c’erano le foto di Zagaria e di Iovine. La testimonianza dell’ex capoclan di San Cipriano, noto con il soprannome di «’o ninno», fa presagire nuovi colpi di scena, dopo che nel corso di un altro processo in cui Zara rappresenta in qualità di legale alcuni imprenditori, fu il boss al 41bis Michele Zagaria ad intervenire a sopresa. «Mi voglio far querelare dall'avvocato Zara perché io e lui, diversi anni fa, ci siamo incontrati. Una denuncia in più o in meno non mi cambierà la vita», disse il padrino il 13 febbraio dello scorso anno. Quelle affermazioni spinsero il presidente della corte e lo stesso Zara a chiedere spiegazioni rispetto al presunto incontro, ma Zagaria ribatté: «Lo farò quando sarò denunciato, ora mi avvalgo della facoltà di non rispondere». Il verbale fu inviato alla Dda. 

I fatti contestati risalgano al 2008, quando Giovanni Zara fu eletto sindaco di Casapesenna e Fortunato Zagaria suo vice (quest’ultimo non poteva ricandidarsi perché usciva da due mandati consecutivi). Secondo l’accusa, le dichiarazioni di Zara contro la camorra (come quelle relativo all’arresto della moglie di Francesco Schiavone «Sandokan» dove Zara elogiava le forze dell’ordine augurandosi anche la cattura di Zagaria, allora latitante), la sua campagna per il riutilizzo dei beni confiscati e, soprattutto, la richiesta di una maggiore presenza di forze dell’ordine sul territorio, avrebbero dato fastidio al capo dei capi dei Casalesi. Fortunato Zagaria e Luigi Amato, rispettivamente vicesindaco e consigliere comunale di quell’amministrazione, avrebbero quindi cercato di costringere Zara a non occuparsi più dei temi della legalità e dell’anticamorra. 
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