Santa Maria Caputa Vetere, telefonate dal carcere nel periodo Covid: giudizio immediato per cinque detenuti

Da ottobre a dicembre di quattro anni fa quattrocento chiamate partite dalle celle colloqui "abusivi" anche a Carinola

Il penitenziario
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di Biagio Salvati
Sabato 23 Marzo 2024, 09:00
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Quattrocento chiamate dal carcere nel periodo del Covid, da ottobre a dicembre del 2020. Sono accusati di aver avuto contatti con l'esterno e di aver in uso dei cellulari non consentiti cinque detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere per i quali la Procura ha emesso il decreto che dispone il giudizio. Si tratta di persone di origine napoletana, siciliana e calabrese.

Durante l'indagine - partita nel 2020 dopo il ritrovamento dei cellulari da parte della polizia penitenziaria - vennero disposte delle intercettazione grazie alle quali gli investigatori sono riusciti a identificare tutti i detenuti coinvolti. L'attività investigativa è stata chiusa mesi fa dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, che ha richiesto il rinvio a giudizio dei detenuti davanti al gip. Il difensore di tre imputati, avvocato Angelo Librace, però, ha posto una questione preliminare, ritenendo che il reato per il quale si procedeva, l'accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, non doveva passare per l'udienza preliminare ma attraverso decreto di citazione a giudizio, così come previsto dal Codice di rito; gli atti sono così tornati in Procura per il decreto di citazione a giudizio che prevede una pena minore.

Negli atti si parla di conversazioni soprattutto con i familiari ma sulla base dei numeri telefonici di destinazione rilevati anche se non esistono contenuti sulle intercettazioni. Si tratta di uno dei tanti processi sul ritrovamento di cellulari in carcere a essere celebrato in Campania, dove nei vari penitenziari, quasi settimanalmente, gli agenti sequestrano dietro le sbarre cellulari e droga, che sempre più spesso vengono introdotti con droni.
Il procedimento si incrocia con una inchiesta del tutto simile sono state accertate oltre 25mila conversazioni telefoniche che una ventina di detenuti avevano intrattenuto con amici e per lo più familiari (mogli, fidanzate, nipoti) in nove mesi, mentre erano detenuti nel carcere di Carinola.

Colloqui telefonici "abusivi" realizzati grazie all'uso di un telefono cellulare definito il più piccolo del mondo, ovvero il modello L8Star venduto anche su molti siti web e fatto entrare in qualche modo nel penitenziario. Sono 23 le persone, alcune delle quali ancora detenute a Carinola imputate, altre nel frattempo trasferite e altri ai domiciliari.

Si contesta ai reclusi il reato di accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione e migliaia di conversazioni telefoniche estrapolate grazie ai tabulati verificati dai periti forensi, attribuite agli indagati.

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Il numero di conversazioni varia sensibilmente da detenuto a detenuto: c'è chi è accusato di aver conversato appena due volte e chi ha eseguito diverse telefonate fino a raggiungere il record di 19.321 conversazioni. La scorsa estate, alcune persone invece tentarono di introdurre mezzo chilo di droga nel carcere di Santa Maria Capua Vetere utilizzando un drone, ma l'operazione andò a vuoto grazie all'intervento della polizia penitenziaria e oggi sono a processo.

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