Università, fronte unico di protesta contro il nuovo nome scelto per la Sun

Università, fronte unico di protesta contro il nuovo nome scelto per la Sun
di Lorenzo Iuliano
Giovedì 2 Aprile 2015, 13:19 - Ultimo agg. 13:20
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CASERTA - Le «barricate di Caserta» sono un moltiplicarsi di appelli al ministro, petizioni, nascita di comitati spontanei, sdegno di sindaci. È la «linea Maginot» del territorio, che si prepara a «resistere» contro il nuovo nome della Seconda Università di Napoli, deliberato martedì in via definitiva dal Senato Accademico e dal Consiglio di amministrazione. Si chiamerà «Università della Campania - Luigi Vanvitelli» e il riferimento a Caserta è nel nome dell’architetto della Reggia, come ha sottolineato il rettore Giuseppe Paolisso. Troppo poco per chi chiedeva una forma di «risarcimento» intitolando l’ateneo a Caserta, dopo 24 anni trascorsi dalla fondazione. Troppo poco per non scatenare reazioni a ogni livello. Lo stesso Paolisso se l’aspettava tanto da aver subito invocato il «rispetto per una decisione non facile e per l’autonomia dell’università».



Ma il «Comitato pro Università di Caserta» non si arrende e scrive al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, a cui spetta l’ultima parola. Lei è l’unica che potrebbe porre il veto sul nuovo nome, anche se la Sun potrebbe decidere a sua volta di andare avanti comunque per la sua strada, esponendosi però al ricorso del ministero e innescando una diatriba anche giudiziaria. «Oggi la scelta nefasta effettuata - scrive Pasquale Sarnelli a nome del sodalizio - vuole essere uno schiaffo alla provincia casertana tutta, peggiore della privazione nel 1927 del titolo di Provincia, mortificando un territorio ricco di storia, di arte, di cultura e tradizioni, a vantaggio, ancora una volta, di un napolicentrismo ingiustificato e punitivo. Ci vogliono, così, rubare definitivamente la speranza».



E poi la richiesta: «La invitiamo a non ratificare questa scelta illogica e offensiva di un territorio pregno di figli illustri».

Gli studenti hanno scelto la mobilitazione 2.0 attraverso la piattaforma «Change.org», dove si può firmare la petizione on line dal titolo «Contro il cambio del nome della Sun», aperta a tutti. In poche ore ha già superato le 2mila firme. «Se la ratio del cambio di denominazione era creare un collegamento tra ateneo e territorio, il nome scelto, con la sua connotazione generica, paradossalmente non fa altro che allontanarlo da esso.



Alla luce di ciò appare ancora più assurdo e insensato cambiare il nome», scrive il movimento studentesco, che continuerà la battaglia «non solo per coloro che ritenevano il cambio di denominazione un grave errore sul piano culturale, giuridico, democratico, economico e simbolico, ma anche per coloro che non ritrovano nel nome scelto l’auspicato riconoscimento del territorio. A questo punto cambiare nome non ha più senso, in quanto scontenta gli uni e gli altri».



Anche dal resto della provincia piovono critiche. Il sindaco di Santa Maria Capua Vetere, città universitaria, è categorico: «La scelta del nome costituisce una ferita al territorio sul quale si opera e rappresenta la massima espressione della subalternità in cui, evidentemente, si vuole lasciare la nostra Terra di Lavoro. C’è ancora qualcuno che si vergogna di insegnare e operare in provincia di Caserta e opta per un nome in palese contraddizione con la storia e con la dignità di Terra di Lavoro».



L’amministrazione Di Muro propone in tutti i consigli comunali l’approvazione di una delibera concordata, «per prendere una posizione netta contro la decisione dell’ateneo e in favore di una denominazione che contenga un’indicazione territoriale chiara e definita, senza soggezione e senza subalternità», conclude il primo cittadino. Di «fallimento della politica» parla infine Marco Cerreto, dirigente nazionale di Fratelli D’Italia-An: «Ancora una volta - dice - la politica ha dimostrato tutta la sua incapacità di imprimere una manifesta volontà popolare».