L'equilibrio nel romanzo di Roberta Di Pascasio

L'equilibrio nel romanzo di Roberta Di Pascasio
di Alessandra Farro
Giovedì 6 Maggio 2021, 20:43
3 Minuti di Lettura

Roberta Di Pascasio, la racconta storie abruzzese, pubblica con Augh Edizioni il romanzo “L’equilibrio è un’antica vertigine”. Due fratelli, colpevoli di omicidio colposo per un incidente su strada, che ha portato alla morte di una nonna e della sua nipotina, devono fare i conti con questo grande fardello, che li porterà alla scoperta di nuove consapevolezze sul proprio passato e, di conseguenza, sul proprio presente.  

Come nasce il tuo libro?
“Molto lentamente, come tutte le mie storie. Ho passato mesi e mesi a buttare giù un’idea ogni tanto. Mi piace raccontare storie che partono da un episodio deflagrante, che sia crudele, tragico o beffardo. Qualche anno fa è morto un mio caro amico per via di un incidente. Per questo la mia storia comincia con un incidente stradale, è da questo elemento che si mette in moto la storia dei due fratelli. Uno dei due, in carcere, è in fase di negazione e di silenzio. L’altro, Orlando, che è il protagonista e la voce narrante del racconto, è ossessionato dalla vicenda e cerca di affrontare il senso di colpa, facendosi carico delle conseguenze psicologiche e sociali che l’episodio comporta. Torna indietro, in qualche modo, per andare avanti”.

Come si recupera l’equilibrio?
“Si recupera tornando alle vertigini, affrontando le sconfitte, le colpe, le ferite del passato. Credo molto nel recupero di ciò che è andato storto, di quello che ci ha fatto inceppare nella vita. Tornare indietro per vedere cosa non è andato bene, aggiustarlo e andare avanti.

Se non si sistemano e non affrontiamo i nostri errori, l’equilibrio è difficile da ottenere”.

Quindi il libro è un analisi al passato e al futuro?
“Al passato e presente. Un presente sospeso, da ricostruire e da costruire; e un passato da analizzare, da assimilare e da riscoprire, per poi superare. Il passato è spesso in relazione con il presente. Questo rapporto serve per poter andare avanti”.

Sofie, la coprotagonista, è ispirata a qualcuno?
“Si tratta di un personaggio cruciale. L’incontro con lei cambia molto la vita di Orlando. Sofie è l’essenza della libertà, della consapevolezza, della ribellione. È uno spirito libero che vive in base alle sue idee, i suoi valori e i suoi ideali e che ha lottato tutta la vita per combattere i pregiudizi e le caselle in cui la società ci vuole infilare. Lei è una ribelle e, in questa libertà totale, è una persona che accoglie, comprende, ascolta. Aiuta molto Orlando, bloccato dall’ossessione della colpa. Più che essere ispirata a qualcuno, per me lei è un omaggio alla fantasia, alla creatività e all’immaginazione, che sono un’àncora di salvezza”.

Prossimi progetti?
“Quest’anno mi ha insegnato a non fare progetti a lungo termine. Già poter ricominciare a fare quello che facevo prima, i corsi all’officina letteraria, è tanto. Con la scrittura per ora mi fermo, sono molto lenta. A meno che, poi, non mi venga in mente altro”.

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