Bufera sull'articolo 18, scontro nel governo. Ncd: abolirlo subito. Il Pd si divide

Bufera sull'articolo 18, scontro nel governo. Ncd: abolirlo subito. Il Pd si divide
di Claudio Marincola
Martedì 12 Agosto 2014, 08:38 - Ultimo agg. 17:26
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Se sar una bufera di mezz’estate o solo un refolo di vento lo si capir nei prossimi giorni. Ma il tema c’ tutto: nell’Italia che si affanna a rincorrere percentuali molecolari di Pil c’è chi chiede di eliminare l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori. Il reintegro in caso di licenziamento senza giusta causa. Un totem della sinistra e del sindacato. È il ministro dell'Interno e leader dell’Ncd Angelino Alfano: Chiede «che sull'art. 18 si prendano decisioni rapide». Dice che «la sede naturale sarebbe la Delega lavoro», ma visto che prima c'è il decreto "Sblocca Italia" e che l'art. 18 riguarda il lavoro, la questione si può anticipare. Il titolare del Viminale arriva a indicare una data, «la fine d’agosto», per realizzare quello che ritiene «uno storico obiettivo».



SASSO NELLO STAGNO

É un sasso nello stagno o un colpo basso - a seconda di come la si pensi - che scatena reazioni a catena. Il primo a pronunciarsi sulla proposta di Alfano nel Pd è Lorenzo Guerini. La questione «sarà affrontata con la delega che in questo momento è in discussione al Senato», dice intervenendo al Gr1 Rai. E aggiunge: «In quest'ambito affronteremo senza chiusure pregiudiziali le proposte che verranno messe in campo». Parole che suonano come una segnale di apertura alla proposta di Alfano. Ma non cambiano per il momento né la tempistica né la scelta di «affrontare complessivamente la discussione sul lavoro» con la legge delega. «A questo strumento - conferma Guerini - dobbiamo fare riferimento, affrontando la questione nel suo complesso. Dentro ci sono vari argomenti oggetto di riflessione, in particolare le politiche attive per il lavoro. Lì - conclude - ragioneremo senza tabù ideologici ma anche senza la tentazione di piantare bandierine».



SCANDALO

Il tema è delicato. Per il Pd in particolar modo. L’art. 18 è un simbolo. Per chi lo difende, per chi lo vorrebbe cancellare. Filippo Taddei, responsabile economico dem lo sa bene. Dice: «Alla nevrosi dei simboli noi preferiamo la riforma organica». Un invito a riportare la discussione nel suo alveo naturale, l’impianto della legge delega. Già nella passata legislatura in molti gridarono allo scandalo quando l’attuale ministro alla Pubblica amministrazione Marianna Madia presentò un disegno di legge nel quale l’articolo 18 non era previsto per i primi 3 anni. Un contratto «a tutela crescente». Insomma qualcuno tra i dem aveva già provato a passare il Rubicone e non è detto che con un progetto complessivo di riforma le resistenze non si pieghino. Questo pensa il Nuovo centro destra che ieri ha lanciato un offensiva. L’ex ministro Sacconi: «Bene Guerini. Egli ci dice che dell'articolo 18 si può e si deve parlare senza pregiudizi nel contesto della legge delega sul lavoro considerandolo alla luce del rafforzamento delle politiche di tutela dei disoccupati». Il coordinatore nazionale ncd Quagliariello va oltre: «Per noi - dice - ciò che conta non è il veicolo legislativo ma l'accordo sulla sostanza: o norma nello Sblocca-Italia o criterio di delega. Il chiarimento va fatto entro il mese».



RICETTA FALLIMENTARE

Forza Italia avverte che su economia e lavoro Renzi «potrebbe non avere i numeri necessari». Fa eccezione L’ex governatrice del Lazio Renata Polverini. Da ex sindacalista si stupisce che «qualcuno possa ritenere l'articolo 18 come un'inibizione alle assunzioni e un limite alla flessibilità». Sel ripete che «abolire l’articolo 18 è una vecchia ricetta fallimentare». Matteo Colannino deputato pd si dice disposto a superare «i vecchi assetti del secolo scorso» ma «guai a ricominciare una nuova tempesta in un bicchier d'acqua sull'articolo 18». Chi di cancellazione non ne vuole sentir proprio parlare è il pd Cesare Damiano. Per il presidente della commissione Lavoro della Camera la questione si può liquidare come una «banale, arcaica e insistente pretesa del centrodestra di togliere tutele ai lavoratori e rendere più liberi i licenziamenti».

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