Pensioni, ecco chi può anticipare:
il prestito in tre versioni diverse

Pensioni, ecco chi può anticipare: il prestito in tre versioni diverse
di Valeria Arnaldi
Martedì 13 Settembre 2016, 07:42 - Ultimo agg. 14 Settembre, 00:04
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L’anticipo pensionistico potrà essere richiesto dall’età di 63 anni, dunque con un anticipo di tre anni e sette mesi. E a partire dall’anno prossimo. Questi i risultati dell’incontro in materia di pensioni, tenutosi ieri al Ministero del lavoro, tra i sindacati e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini.

Il periodo di sperimentazione del sistema dovrebbe essere di due anni. L’Ape consentirà a tutti i lavoratori nati tra 1951 e 1954 di andare in pensione con un anticipo di uno, due o tre anni e sette mesi, sostenendo però parte del costo dell’anticipo stesso, con una “partecipazione” da calcolare sulla base della durata dell’anticipo richiesto. Nessun costo, invece per i disoccupati e i lavoratori in condizioni disagiate. E la rata dovrebbe essere pressoché gratuita anche per le pensioni che arrivano a 1200 euro netti.

Per chi ha un lavoro, l’anticipo sarò pagato con rate di ammortamento sulla pensione. Il costo oscillerà tra 50 e 60 euro al mese, per venti anni, per chi percepisce una pensione di mille euro e chiederà l’anticipo per un anno. E si aggirerà intorno a 150/200 euro al mese per chi lo chiederà per tre anni. Vari i punti ancora da definire. Nel corso dell’incontro tra Governo e Sindacati è stato discusso pure il tema delle ricongiunzioni tra i periodi assicurativi in diverse gestioni, oggi oneroso e, secondo quanto affermato dalle parti sociali, eccessivamente costoso per molti, che dal prossimo anno dovrebbe diventare a costo zero.

Altro capitolo in discussione, la categoria delle attività usuranti che potrebbe essere ampliata a categorie professionali oggi escluse, come quelle inerenti l’edilizia, le maestre d’asilo e gli infermieri. Previste pure condizioni vantaggiose per i lavoratori precoci. Discusso pure l’aumento delle pensioni più basse: confermata l’intenzione di intervenire con una somma aggiuntiva, la cosiddetta quattordicesima, per quanti hanno redditi personali complessivi fino a mille euro al mese. Nonostante i risultati della mediazione, i Sindacati annunciano che ci sono ancora diversi punti da affrontare. 

CALANO I NEET “Stabili” nella loro precarietà per gli ultimi due anni, i Neet - non impegnati a scuola né a lavoro - secondo l’Istat, sono calati di ben 252mila unità nel secondo trimestre 2016, scendendo così dal 25% al 22,3%. In crescita fino al 2013, il dato è rimasto stabile tra 2014 e 2015, per poi scendere. Oltre sei giovani mamme su dieci, però, rimangono a casa e sono proprio le mamme under 30 a rappresentare il 64,4% dei Neet. «Nel secondo trimestre del 2016 - secondo l’Istat - l’occupazione complessiva cresce in modo sostenuto rispetto al trimestre precedente (+0,8%, 189 mila), con una dinamica positiva che, con diversa intensità, riguarda tutte le tipologie». L’Istituto segnala un aumento di +0,3% per i dipendenti a tempo indeterminato, +3,2 per quelli a termine, +1,2 per gli indipendenti. Il tasso di disoccupazione diminuisce di 0,6 punti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il tasso di disoccupazione giovanile, relativo a 15-24 anni, passa al 35,5% dal 40,3% del trimestre precedente e dal 41,1% dell’anno precedente.

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