​La moglie gli dona un rene, Paolo dopo cinque mesi vince la medaglia d'oro al Mondiale di sci: «La dedico a Giulia»

L'ingegnere di Mondovì ha partecipato ai Mondiali per trapiantati di Bormio, vincendo il primo posto nello slalom gigante

La moglie gli dona un rene, Paolo dopo cinque mesi vince la medaglia d'oro al Mondiale di sci: «La dedico a Giulia»
​La moglie gli dona un rene, Paolo dopo cinque mesi vince la medaglia d'oro al Mondiale di sci: «La dedico a Giulia»
Domenica 14 Aprile 2024, 18:42 - Ultimo agg. 15 Aprile, 10:04
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Dai quei Mondiali di sci ai quali pochi mesi prima non avrebbe mai pensato di partecipare ci è tornato con la medaglia d'oro al collo. Un risultato sportivo e personale straordinario a 5 mesi dal trapianto di rene, un passaggio cruciale superato grazie a una donatrice d'organo speciale: la moglie. La storia è quella di un ingegnere edile di 49 anni, Paolo Manera, di San Giacomo di Roburent (Cuneo), operato con successo all'ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. In pista ai Campionati mondiali invernali per trapiantati, sulle nevi di Bormio, in Valtellina. Dove ha messo in fila i grandi favoriti della categoria, soprattutto austriaci e croati. Da ragazzo aveva praticato sci agonistico fino a 8 anni, ma ai Mondiali di Bormio non avrebbe neppure potuto partecipare perché il regolamento della manifestazione, organizzata da una società londinese, ammette solo concorrenti ad almeno un anno dal trapianto.

La storia

«Ma i medici hanno dato il loro benestare - spiega Manera - dopo tutti i controlli fatti e la preparazione, insieme a mio figlio. E quindi ho ottenuto il lasciapassare. La reazione del mio organismo al trapianto è stata ottima, devo ringraziare mia moglie per il dono immenso che mi ha fatto». Ora ripensa ai giorni difficili prima del trapianto, reso necessario da una malattia genetica: «Già 12 anni fa mia moglie Giulia si era offerta di donarmi un rene - racconta Manera - io avevo paura, ma la competenza e l'assistenza dei medici mi hanno convinto.

E ora devo riconoscere che il trapianto è la migliore medicina possibile».

Paziente e donatrice hanno un gruppo sanguigno diverso, una situazione che ha richiesto un attento periodo di analisi ed esami per entrambi, prima dell'approvazione per il trapianto. Un percorso seguito alla Nefrologia Dialisi e Trapianti dell'ospedale Molinette, diretta dal professor Luigi Biancone, responsabile del Programma di Trapianto Rene. Poi l'intervento, eseguito dalle équipe di chirurghi vascolari ed urologi delle Molinette, guidate, rispettivamente, dottor Aldo Verri e dal professor Paolo Gontero, con l'assistenza anestesiologica dell'équipe del dottor Roberto Balagna. «La potenza del trapianto renale, soprattutto quando avviene da donatore vivente, continua a sorprenderci - commenta Biancone - In breve tempo può cancellare anni di malattia e sofferenza, come dimostra chiaramente questo caso. Tutto ciò è reso possibile dalla generosità dei donatori, grazie ai quali si possono salvare numerose vite».

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