Gli spaghetti al pomodorino del Piennolo del Vesuvio secondo Mario Avallone

Gpaghetti al pomodorino del Piennolo
Gpaghetti al pomodorino del Piennolo
di Luciano Pignataro
Giovedì 2 Maggio 2013, 15:30 - Ultimo agg. 4 Maggio, 11:02
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Un piccolo grande eterno capolavoro di equilibrio: la pasta di Gragnano con il pomodorino del piennolo del Vesuvio, tutelato adesso dalla dop e presidio Slow Food.

La filosofia è quella di Mario Avallone, scout di prodotti e nume di tradizione, ancora poco conosciuto fuori città ma che per me è di gran lunga il numero uno quando si tratta di capire l’anima della gastronomia partenopea autentica e non posticcia. Bella la sua lezione alla scuola di cucina Mise en place



Ingredienti:

500 gr. di spaghettoni di Gragnano

400 gr. di pomodorini

1 o due spicchi d’aglio

100 gr. d’olio

qualche foglia di basilico (facoltativa)



Procedimento (alla Avallone):

Un frutto speciale. Quando penso e tocco un Pomodorino del Piennolo, lo tratto e lo considero in maniera diversa da altri pomodori. E’ metafisico. Non occorre fare nulla: se li raccogli dal piennolo e li usi subito, bisogna tagliarli in due.



Quello si: qualcosa bisogna pur farlo! Quando sono leggermente avanzati nel tempo, maturi, mi piacciono interi.



Bisogna “schiattarli” (ndr: schiacciarli, far esplodere) con una forchetta e con il fuoco. Poi uno spicchio d’aglio intero per profumare l’olio. Ma quest’ultimo, capitolo a parte, deve essere delicato, dolce.



Adoro il formaggio con la pasta e con il pomodoro, ma con il piennolo ne faccio a meno. E’ troppo.



Per me rientra tra i piatti “superiori” e forse tra i più salutari che il nostro patrimonio territoriale generosamente dispone.
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