Anm, sale la tensione a Napoli:
corse a rischio per metro e bus

Anm, sale la tensione a Napoli: corse a rischio per metro e bus
di Pierluigi Frattasi
Lunedì 27 Febbraio 2017, 10:27 - Ultimo agg. 11:01
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Crisi profonda in Anm. La tensione tra Comune e lavoratori resta altissima per l’ipotesi dei tagli al salario accessorio. Ieri la circolazione dei bus, dopo il grande blocco di sabato, è tornata quasi regolare. Nonostante i sindacati stiano invitando i lavoratori a far uscire i mezzi, però, non si esclude che anche oggi qualche corsa possa saltare. Intanto, monta l’ipotesi di uno sciopero di 24 ore di metro, bus e funicolari da tenere tra la fine di marzo e l’inizio di aprile.

I dipendenti della società dei trasporti chiedono rassicurazioni sul futuro aziendale, sul rispetto dei patti e sulla regolarità dei trasferimenti all’azienda da parte del Comune.

Ed è proprio quest’ultimo uno dei nodi critici. L’Anm vive soprattutto dei finanziamenti del Municipio, che però arrivano con grandissimo ritardo. Palazzo San Giacomo è indietro coi pagamenti di quasi due anni. Praticamente restano ancora da saldare le fatture della seconda metà del 2015 e di tutto il 2016, per un debito di oltre 70 milioni di euro che va a pesare sui conti della società, espondendola nei confronti delle banche e al pagamento degli interessi. Ritardi cronici che si aggiungono ai continui tagli ai trasferimenti dallo Stato avvenuti negli ultimi anni.
Per i lavoratori adesso è arrivata un’altra doccia gelata: l’ipotesi del taglio al salario accessorio, che sembrava essere stata scongiurata con l’accordo siglato il 6 febbraio scorso con tutti i sindacati a Palazzo San Giacomo è tornata invece prepotentemente in scena nelle ultime ore.

Il Comune si era impegnato a cancellare il congelamento del fondo dal piano di risanamento aziendale. Ma per farlo, servirebbero almeno 3,5 milioni di euro. Soldi che dovevano essere coperti dal contenzioso vinto con la Regione al Tar sull’adeguamento del contratto degli autoferrotranvieri, ma che non sarebbero ancora disponibili in cassa. Da qui, la frenata degli uffici finanziari del Comune. Una questione di tempi, più che di sostanza, che ha scatenato l’ira dei lavoratori.

Martedì si terrà l’incontro sul piano di rilancio. E i sindacati si attendono che il Comune garantisca i premi di risultato e onori gli impegni già assunti. Grande apprezzamento, intanto, ha raccolto l’appello alla collaborazione lanciato sabato dall’amministratore unico di Anm Alberto Ramaglia. Il piano di rilancio porta la sua firma e porterà al risanamento in 3 anni. In questi anni, i sindacati hanno apprezzato il lavoro del supermanager, che guadagna meno di molti dirigenti dell’azienda (circa 50mila euro l’anno). La lettera ai dipendenti ha ottenuto i risultati sperati. Dopo lo stop di sabato, quando un terzo dei pullman è rimasto fermo in deposito, ieri la circolazione è tornata regolare. In strada sono scesi 185 mezzi come previsto dall’orario festivo. Regolare anche la Linea 1, con 7 treni.

«La circolazione è tornata regolare – afferma Fulvio Fasano, segretario generale Ugl Autoferrotranvieri Napoli – eccetto qualche caso sporadico. L’azienda ha garantito che ha i documenti in regola per far sostenere il piano di rilancio.

Noi chiederemo chiarezza sui progetti e il rispetto degli accordi: la salvaguardia dei livelli occupazionali e salariali. Da parte nostra c’è la massima disponibilità a trovare soluzioni condivise che riducano gli sprechi. L’incidente che ha coinvolto un bus a metano a Roma dimostra che non si possono più tagliare le risorse al trasporto pubblico, ne va della sicurezza dei lavoratori e dell’utenza».

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