A Napoli record di rapine: 300 ogni centomila abitanti

A Napoli record di rapine: 300 ogni centomila abitanti
di Paolo Barbuto
Martedì 1 Marzo 2016, 09:15 - Ultimo agg. 18:05
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C'è un dato che dovrebbe far riflettere noi tutti e, soprattutto, le autorità: Napoli è la città d'Italia dove si registra il più alto tasso di «rapine in strada», 300 ogni centomila abitanti. Il dato va letto esattamente così come viene riportato perché le rapine «in strada» sono diverse da quelle in casa dove primeggiano i territori del Nord nei quali le villette lussuose vengono assaltate con maggior costanza.Per capire quanto pesa il drammatico record napoletano bisogna andare a guardare le città seconde nella orribile classifica: sono, a pari merito, Milano, Torino e Catania che registrano esattamente la metà degli episodi napoletani cioè 150 ogni centomila abitanti. Come si fa ad arginare questo esercito di rapinatori che invade le strade di Napoli?

Ci vorrebbe l'Esercito, quello vero, ma con uno spiegamento decisamente superiore rispetto a quello appena spedito in città dal ministro Alfano. Apprezzabile il lavoro dei duecentocinquanta bersaglieri dell'ottavo reggimento che si sono aggiunti ai circa duecento uomini già presenti in città dal 2008 per l'operazione «Strade Sicure»: nei primi dieci giorni hanno fermato cinque individui sospetti, contribuito all'arresto di altre due persone, sequestrato due armi improprie, perquisito 34 persone e 25 vetture. Numeri di tutto rispetto che, però, si perdono nel marasma quotidiano di questa città spesso ingestibile.Di fronte agli episodi di malavita, soprattutto quelli che finiscono in prima pagina come quello capitato al calciatore Insigne, il sentire comune spinge il popolo a gridare «dove sono polizia e carabinieri?».

La questione è complessa, occorrono uomini e mezzi per presidiare un territorio vasto e complicato come questo, occorrono intelligence e capacità operativa immediata: spesso queste capacità ci sono e sono messe in campo brillantemente. Però la malavita dilaga e bisogna fare i conti con la realtà. Quei conti li ha fatti una prima volta l'estate scorsa, nel mese di luglio, il ministro Alfano. Di fronte a una impennata della criminalità di strada il Viminale decise di dare maggior spessore alle forze dell'ordine. Venne stabilito il potenziamento da 50 a 100 unità del contingente dei «Reparti Inquadrati» che già operavano a Scampia e Secondigliano «allo scopo di implementare sicurezza e ordine pubblico nelle aree a rischio», spiegava un comunicato ufficiale. Si stabilì pure di mettere in campo «un più cospicuo numero di pattuglie di rinforzo», con 26 equipaggi per la polizia del reparto Prevenzione Crimine e 35 equipaggi per l'intervento operativo dell'Arma. Esattamente sei mesi dopo il ministro Alfano è intervenuto nuovamente per l'«emergenza Napoli».

Stavolta non c'era in ballo la criminalità comune ma una poderosa recrudescenza degli omicidi di camorra. Alfano tuonò «dobbiamo far stare zitte le pistole. A Napoli ci vuole l'Esercito», e l'esercito è arrivato proprio dieci giorni fa.Le pattuglie in mimetica sono dislocate in punti strategici della città, dal centro alla periferia. Un blindato resta fermo in una piazza o a un incrocio, un altro mezzo si muove sul territorio, da Ponticelli a Scampia, dal centro storico a Posillipo. Eccoli i militari, ma perché l'intervento dell'Esercito possa restituire risultati bisogna avere pazienza, non basta qualche giorno, occorrono anni di visibilità sul territorio e di interventi.In città la più grande vittoria dell'operazione «Strade Sicure» si è ottenuta nel luogo di maggior presidio, piazza Garibaldi dove ormai è stabile da quasi otto anni la presenza di un blindato e di giovani uomini dell'Esercito armati e pronti a intervenire. L'ultimo dato ufficiale riferito alla fine dello scorso anno spiega meglio di ogni altra parola: i reati da strada, ovvero rapine, borseggi, aggressioni, in piazza Garibaldi dall'avvento dei militari ad oggi sono diminuiti dell'83%. Un risultato clamoroso che, però, non può essere replicato.

Per ottenere un ridimensionamento analogo bisognerebbe piazzare una pattuglia fissa con blindato e soldati armati in ogni piazza e in ogni strada di Napoli.

Comprenderete anche voi che si tratta di un'assurdità. E comprenderete pure che sono certe «esplosioni» di attenzione sulla Napoli del malaffare, generate da eventi come la rapina a un calciatore, a spingere sull'acceleratore della paura che costringe ad affrontare questi argomenti.Non scivoleremo sul «classico», per quanto veritiero e reale, paragone con l'analogo episodio accaduto a Milano al calciatore Icardi lo scorso 6 dicembre: stessa dinamica (rapina con la pistola a mezzanotte), stesso risultato (orologio costosissimo strappato via), non identico clamore mediatico (nessuno ne ha parlato); preferiamo mettere sul piatto della bilancia dati statistici ufficiali e incontrovertibili: a Torino e a Milano i furti in appartamento sono sette volte superiori rispetto a Napoli (Torino 764, Milano 711, Napoli 114; il dato è riferito al 2014). Ne avete sentito parlare? No, certo, in questo caso Napoli è virtuosa che gusto ci sarebbe?

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