Agguato a Napoli, azzerato
il gruppo dei nuovi Lorusso

Agguato a Napoli, azzerato il gruppo dei nuovi Lorusso
di Viviana Lanza
Lunedì 29 Maggio 2017, 00:09 - Ultimo agg. 13:19
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Ventiquattro colpi di pistola per un agguato sono un segnale, nel gergo della camorra. Non vuol dire solo accertarsi di non lasciare possibilità di sopravvivenza alle vittime. Significa anche altro: azzerare il bersaglio, annientarlo. Ed è un messaggio per chi vive. Le indagini sul duplice omicidio dei due Carlo Nappello, zio e nipote, di 44 e 23 anni, uccisi sabato pomeriggio a Miano, partono da questo indizio.

Ad aiutare il lavoro degli investigatori non ci sono video di telecamere presenti in zona né testimoni. Ma i morti parlano: i Nappello sono considerati gli eredi diretti dei Lo Russo, i reduci che potrebbero aver tentato di far risorgere il clan dopo il pentimento degli storici boss. In Vico Valente abita gran parte della famiglia delle vittime, lì gli uomini del clan gestiscono una base di spaccio e vari altri affari. Chi ha commesso l’omicidio, quindi, non ha scelto a caso il luogo dove agire. 

Ventiquattro colpi di pistola per un agguato sono un segnale, nel gergo della camorra. Non vuol dire solo accertarsi di non lasciare possibilità di sopravvivenza alle vittime. Significa anche altro: azzerare il bersaglio, annientarlo. Ed è un messaggio per chi vive. 

Le indagini sul duplice omicidio dei due Carlo Nappello, zio e nipote, di 44 e 23 anni, uccisi sabato pomeriggio a Miano, partono da questo indizio. Il numero di colpi esplosi dal commando è uno dei pochi elementi certi. Ad aiutare il lavoro degli investigatori non ci sono video di telecamere presenti in zona né testimoni. Nel rione le bocche sono cucite. Nonostante l’azione sia stata compiuta in pieno pomeriggio, nessuno ha visto o sentito e nessuno è stato in grado di indicare almeno la via di fuga dei killer, che sicuramente si sono spostati in moto. Ma i morti parlano, per gli esperti delle indagini.


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