Alta velocità, scatta la stangata
l’ira dei pendolari: aumenti del 35%

Alta velocità, scatta la stangata l’ira dei pendolari: aumenti del 35%
di Elena Romanazzi
Mercoledì 18 Gennaio 2017, 08:24 - Ultimo agg. 15:39
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La doccia fredda per i pendolari è arrivata giusto di martedì 17. Il numero della disgrazia nella cabala napoletana. Ci si creda o no. Ma di sicuro se prima erano tempi duri per chi è costretto a fare la spola tra Napoli e Roma tutti i giorni, da febbraio la situazione sarà di gran lunga peggiore. Si rischia il crollo del sistema nervoso, già duramente provato dal pendolarismo. L’aumento degli abbonamenti è consistente. Mediamente il 35 per cento in più rispetto all’anno appena trascorso. «Li abbiamo mantenuti - si è affrettata a dire l’ad di Trenitalia Barbara Morgante - l’avevamo anticipato in tutte le sedi, anche istituzionali. Li abbiamo però differenziati in quattro tipologie, anche per venire incontro alle diverse esigenze di quanti li utilizzano e degli altri clienti non abbonati: l’obiettivo è offrire un servizio migliore per tutti, ricordo che l’abbonamento non può contare su contributi pubblici e deve contribuire alla sostenibilità economica del servizio offerto». Per Trenitalia il servizio resta comunque conveniente: «Nonostante l’aumento, che riguarda solo due tipologie di abbonamento - spiegano - i prezzi sono ancora molto bassi: lo sconto è tra il 68% e l’82% rispetto al costo dei viaggi complessivi pagati singolarmente all’attuale prezzo base».

L'ira dei pendolari - video di Ilenia De Rosa

 



Quattro le tipologie di abbonamento. La novità è proprio questa anche se almeno due delle opzioni non riscuoterà un grande successo. La prima prevede un abbonamento, full week, sette giorni su sette senza fasce orarie. Il costo attuale è di 356 euro e a febbraio sarà di ben 481 euro. Un vero e proprio salasso se si considera chi usufruisce di questa tipologia di abbonamento, insegnanti, dipendenti ministeriali. Persone che devono rinunciare per poter lavorare quasi alla metà dello stipendio. Il secondo, invece, è valido dal lunedì al venerdì e costa rispetto all’attuale 427 euro, ovvero 71 in più rispetto all’attuale pur consentendo di viaggiare solo 5 giorni su sette. Gli altri due - come sostengono i diversi comitati dei pendolari - sono quasi una beffa, per chi si alza all’alba e deve trovarsi a Roma al massimo entro le 8.30 del mattino. Sono definiti «light».

In pratica c’è lo sconto ma solo se viaggi tra le 9 del mattino e le 17. Questi i prezzi: dal lunedì al venerdì costa 303 euro; per sette giorni 338 euro. Un bel risparmio ma per quante persone? Quanti siano effettivamente gli abbonati non è dato sapere. Dati non divulgabili per Trenitalia. In base a rapporti datati sarebbero in Italia 8mila e di questi almeno 3mila sono della Campania. Una bella fetta. Gli aumenti non riguardano ovviamente solo i campani ma i pendolari di tutte le regioni. Soprattutto al nord. Dovranno pagare il 35 per cento in più anche chi viaggia sulla tratta Torino-Milano; Bologna-Firenze; Firenze-Roma; Milano-Firenze e Reggio Emilia-Milano. Il rincaro più contenuto riguarda solo la tratta Caserta-Roma: dagli attuali 275 euro si pagherà il prossimo mese 371 euro, con un aumento medio di circa il 31 per cento. Comunque sia un salasso per tutti.

I Codacons è pronto a dare battaglia ed ha presentato un esposto all’Antitrust. Federconsumatori da tempo si batte sugli abbonamenti. Il presidente Rosario Trafiletti è allibito: «Siamo indignati da questi aumenti - spiega - è ora che il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si svegli, non è accettabile un incremento del genere». Uno dei legali di Federconsumatori, Felice Petillo assicura: «Si stanno valutando diverse ipotesi contro un incremento non giustificabile, non escludiamo un ricorso all’Antitrust. I comitati dei pendolari sono in fermento e si stanno mobilitando lungo tutto lo stivale. Grazia Mazzeo che coordina il comitato regionale Salerno-Napoli-Roma è sul piede di guerra. «Ho ricevuto messaggi di disperazione, una infermiera - spiega - mi ha detto che guadagnando 800 euro al mese, non può più permettersi di andare a Roma si deve licenziare. Ma cosa stiamo diventando?».

Le iniziative in campo sono diverse. «Al Tar - aggiunge - pende un ricorso, poi ci sarà l’Antitrust, stiamo parlando di un servizio universale, e i lavoratori devono essere assistiti, solo ora siamo riusciti ad ottenere una audizione al Senato». «Il call center di Trenitalia a precisa domanda - aggiunge Mazzeo - ha detto di non acquistare subito l’abbonamento, è il caos». Si muove anche la politica. Alessia Petraglia di sinistra italiana e Loredana De Petris presidente del gruppo misto hanno presentato una interpellanza in merito: «Chiediamo ai ministri Delrio e Padoan di intervenire immediatamente, per sventare il prevedibile disagio socio-economico che si abbatterebbe su tantissimi pendolari riportando il costo degli abbonamento all’anno precedente».

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