Napoli. Ucciso da un batterio contratto in corsia, paga l’ospedale Cardarelli

Napoli. Ucciso da un batterio contratto in corsia, paga l’ospedale Cardarelli
di ​Marco Di Caterino
Lunedì 19 Ottobre 2015, 08:25 - Ultimo agg. 10:42
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Operato a luglio, per un intervento di banale routine chirurgica, come la rimozione di calcoli alla colecisti, muore ad ottobre per una endocardite batterica contratta in ospedale. Un decesso, causato da un’infezione nosocomiale. Era il 31 ottobre del 2008.



Nove anni dopo, e una dura battaglia giudiziaria, mossa dai familiari del paziente deceduto, Roberto V., 61 anni di Casoria, vice comandante dei vigili urbani di Afragola, ai tempi del decesso, il Tribunale di Napoli ha condannato l’ospedale Cardarelli di Napoli, a risarcire la moglie e i due figli, con circa 279 mila euro ciascuno, comprensivi degli interessi maturati, quale risarcimento danni per la scomparsa del loro familiare. Il giudice Francesco Graziano, (ottava sezione civile) a cui era affidato il giudizio, è andato ancora più in profondità nella sentenza.



Il magistrato ha considerato anche il danno biologico del paziente, in ragione di 5.500 euro per ciascuno dei diciotto giorni di degenza (dal 18 ottobre al 31 dello stesso mese, data della morte). Scrive Graziano: «Questo danno è finalizzato al risarcimento per la paura di dover morire, provata da chi abbia patito lesioni personali e si renda contro che esse saranno causa della propria fine...». Dunque un conto salatissimo per l’Azienda Ospedaliera di «rilievo nazionale Antonio Cardarelli», che dovrà sborsare solo per i danni per quel decesso poco meno di un milione di euro, a cui vanno aggiunti oltre 30 mila euro, tra spese processuali e compensi professionali forensi.



La sentenza, invece, assolve dalle responsabilità del caso, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II – il nuovo policlinico - e per le casse del Cardarelli, e in genere per quelle davvero anemiche della sanità regionale, sarà un vero salasso, perché la società assicurativa dell’ospedale napoletano, la «Faro Compagnia di Assicurazione e Riassicurazioni Spa» di Roma, nel frattempo è finita in liquidazione coatta amministrativa. Nessun commento dalla direzione generale del Cardarelli che ha scelto, pur essendo stata contattata, il silezio.



«Nella sentenza, il giudice Francesco Graziano, ha determinato con precisione le responsabilità della morte del mio assistito – commenta con pacatezza l’avvocato Giulio Costanzo, legale esperto per le cause di responsabilità professionali mediche – e quella che potrebbe sembrare una cifra davvero importante per i danni patiti dai familiari del deceduto, non servirà a colmare il grande vuoto lasciato da un padre, marito e nonno».



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