Cgil, sospesi gli iscritti coinvolti
nello scandalo del Loreto Mare

Cgil, sospesi gli iscritti coinvolti nello scandalo del Loreto Mare
di Ettore Mautone
Mercoledì 1 Marzo 2017, 11:52
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«Sul Loreto Mare abbiamo sospeso gli iscritti alla Cgil sottoposti a provvedimenti restrittivi. Non ci sono delegati sindacali coinvolti ma abbiamo dato mandato ai nostri legali per la costituzione di parte civile nell'eventuale procedimento penale. Siamo per la difesa delle regole e dell'impegno della stragrande maggioranza dei lavoratori per garantire un servizio degno di un paese civile, in condizioni rese difficili dai tagli e dalla mancata organizzazione della sanità». Così Rosario Cerullo, coordinatore aziendale della Asl Napoli 1, Fp-Cgil che sottolinea quanto l'illegalità emersa al Loreto Mare rappresenti una minoranza dei lavoratori spesso in trincea.

Come è potuto accadere quanto emerso al Loreto Mare?
«L'ospedale risente del condizionamento ambientale. È specchio di una cultura degenerata nel tessuto sociale. Se il 10 per cento della popolazione non rispetta le leggi troveremo quel 10 per cento nella politica, nella scuola ma anche negli ospedali».
E i mancati controlli?
«Sono una concausa insieme ai primari a scavalco. Ciò comunque non giustifica chi si è macchiato di delitti».
Ci sono 86 persone indagate.
«Credo che l'inchiesta chiarirà una parte delle posizioni che stanno già emergendo. Bisogna stare attenti, l'eco mediatica fa danni anche al tessuto sano. Ho assistito a dibattiti televisivi stucchevoli con politici pronti a scagliarsi sulla vicenda solo per propaganda innescando la miccia dell'odio sociale e della divaricazione già marcata tra un Sud dipinto negletto e un Nord virtuoso. Quadro che non corrisponde al vero. Le responsabilità sono individuali».
Il manager ha attivato un cruscotto informatico in ogni ospedale e distretto.
«Abbondante è un uomo delle regole, sta intervenendo su molti fronti».
Come aiutarlo?
«Bisogna fare squadra. Da soli non si riesce. La stragrande maggioranza degli operatori sanitari è fatta di forze sane. Bisogna accompagnare anche quelle».
Come?
«Migliorando le condizioni di lavoro. Un medico o un infermiere, dovrebbe poter parcheggiare agevolmente, avere un punto ristoro interno per una pausa senza affanni».
Che aria si respira al Loreto?
«Tesa e pesante».
Cosa pensa del rilievo delle impronte?
«Chi vuole eluderle può registrarsi e andare via. Meglio attivare la filiera dei controlli. Il vuoto risale agli anni passati in cui si è perso il polso della situazione».
Esistono situazioni simili in altri ospedali?
«Non sono emerse, ma esistono realtà difficili».
Quali?
«Il San Giovanni Bosco ad esempio».
Presto arriverà il triage al pronto soccorso...
«Come Cgil suggeriamo di attivare un'informazione capillare alla cittadinanza con manifesti, brochure, nelle parrocchie. Spiegare il senso dei codici e delle attese è per evitare violenze sul personale che lì, come altrove, sono all'ordine del giorno».
E le barelle?
«A mio avviso sarebbe utile specializzare ogni quartiere su una disciplina: cardiologia, materno infantile, riabilitazione, prevenzione...».
E le tecnologie obsolete che secondo alcuni favoriscono il privato?
«Il manager ha acquistato varie Tac, sono da montare al San Paolo e al San Giovanni Bosco, già attive al Pellegrini e a Barra. Presto sarà montata anche al Loreto. Una nuova risonanza è stata installata al Corso Vittorio Emanuele e ce ne sarà una seconda anche al San Paolo. Bisogna anche educare e informare i cittadini al buon uso dei presidi sanitari».