Chiaia, «coprifuoco-baretti»
verso la chiusura all'1,30

Chiaia, «coprifuoco-baretti» verso la chiusura all'1,30
di Paolo Barbuto
Martedì 22 Novembre 2016, 23:53 - Ultimo agg. 23 Novembre, 09:06
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Non è solo una questione di violenza, di spaccio sempre più invadente, di bande che cercano sballo e risse; quella della zona dei baretti è, soprattutto, una questione di vivibilità quotidiana: «Perché se una persona non riesce a raggiungere la sua casa, se non le viene consentito di dormire per quattro notti alla settimana, se è costretta a pagare un vigilante perché il palazzo non venga invaso da estranei, allora la vita diventa un inferno. E anche se non ci fossero gli episodi di violenza e l’invasione dei mercanti della droga, chi ha scelto di prendersi cura dei cittadini, non può restare a guardare senza fare qualcosa».

Francesco Di Giovanni, presidente eletto a giugno della prima municipalità, quella che comprende Chiaia e i baretti, parla con evidente emozione. E annuncia che, se non ci penserà Palazzo San Giacomo, lui è già pronto a scrivere un documento destinato a cambiare le cose. «Ho deciso: firmerò un’ordinanza per limitare gli orari di apertura dei locali della zona della movida. Non è possibile che restino aperti fino all’alba: il caos che si genera in quelle stradine non è accettabile e, soprattutto, non è gestibile, per cui occorre una regolamentazione severa».

De Giovanni non dice apertamente quali sono gli orari che ha in mente, ma l’ipotesi più probabile è che la chiusura venga imposta nei week end all’una e mezza e nei giorni infrasettimanali mezz’ora dopo la mezzanotte. Attualmente la deregulation nel mondo del commercio consente a qualunque esercente di seguire gli orari che desidera. Non esistono più aperture e chiusure «imposte» se non i casi di pubblica necessità o di emergenza e, secondo il presidente della municipalità di Chiaia, quello del caos della movida è proprio un caso di emergenza e di pubblica necessità. 

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