Napoli, detenuti dal carcere al teatro: «Si esibiranno al Mercadante»

Il provveditore regionale Castellano: «La scena è libertà e aiuta a ritrovarsi»

Il progetto presentato al Mercadante
Il progetto presentato al Mercadante
di Dario De Martino
Lunedì 22 Aprile 2024, 23:28 - Ultimo agg. 23:33
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Il teatro come strumento di reinserimento nella società. È questo l’obiettivo del protocollo d’intesa “teatro carcere” in Campania, presentato ieri al teatro Mercadante. Un accordo innovativo che vuole portare non soltanto il teatro in carcere, ma anche i detenuti ad esibirsi nei teatri del territorio. Ma non solo.

Nella stessa giornata c’è stata anche la presentazione dello spettacolo “Machbeth, cuore nero” che i detenuti della casa di reclusione di Arienzo stanno preparando insieme al magistrato Marco Puglia che svestirà la toga per vestire i panni da attore.

Il protocollo

Ma prima di tutto ciò, c’è il protocollo d’intesa. Un accordo che facilita l’azione delle associazioni che lavorano all’interno delle carceri campane per portare il teatro negli istituti e per portare, quando è possibile, i detenuti impegnati nell’attività teatrale ad esibirsi all’esterno.

L’intesa è stata sottoscritta dal Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria della Campania, l’associazione “Il carcere possibile onlus”, i Tribunali di sorveglianza di Napoli e Salerno, l’ufficio interdistrettuale esecuzione penale esterna di Napoli e il Coordinamento “Teatro carcere Campania”, organizzazione formata a dicembre 2022 che unisce alcune delle associazioni attive negli istituti penitenziari della Campania.

L’accordo dà vita a una rete regionale che valorizza e promuove l’attività teatrale negli istituti penitenziari della Campania. Importante la presenza, tra i firmatari, della magistratura di sorveglianza, deputata a concedere ai condannati l’uscita dal penitenziario. Scopo dell’intesa, infatti, è proprio quello di permettere alle compagnie teatrali interne ai carceri di esibirsi nei teatri del territorio. Un’operazione già realizzata negli anni scorsi dall’associazione “Il carcere possibile” che viene rafforzata e, per così dire, “istituzionalizzata” con un’intesa a più mani.

Le voci

«È un progetto straordinario. Il teatro sa di libertà, non ha confini e non ha sbarre e in questo aiuta i detenuti a ritrovarsi e a imparare a fare squadra. Insieme allo sport e allo studio sono le attività che più promuoviamo nei nostri istituti», dice Lucia Castellano, provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria cha aperto la giornata dopo i saluti del direttore operativo del Mercadante Mimmo Basso.

E proprio al teatro di piazza Municipio sono andati i ringraziamenti di tutti i presenti: «La presentazione in un teatro così prestigioso ci consente di parlare a tutti i cittadini per raccontare un carcere che offre davvero opportunità di cambiamento», aggiunge Castellano.

Sulla stessa scia Patrizia Mirra, presidente del Tribunale di sorveglianza di Napoli: «Il teatro permette di vincere il più grande nemico del carcere che è l’isolamento».

Per Claudia Nannola, direttrice dell’Ufficio interdistrettuale dell’esecuzione penale esterna di Napoli, «il teatro non rappresenta solo un momento ricreativo, ma una delle migliori occasioni per i detenuti di riappropriarsi di un pensiero critico». Alla giornata hanno partecipato anche Mara Esposito Gonnella, presidente dell’associazione “Il carcere possibile” e Monica Almirante, presidente del Tribunale di sorveglianza di Salerno.

Lo spettacolo

Tra i più emozionati, oltre ai detenuti del carcere di Arienzo che parteciperanno al Machbeth, c’erano Gaetano Battista, numero uno del coordinamento “Teatro carcere Campania” e regista dello spettacolo, e Marco Puglia, magistrato di sorveglianza e attore nella rivisitazione dell’opera di Shakespare. 

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«Il teatro consente di guardarsi dentro. Le persone detenute che fanno questo percorso sono sinceramente vere nell’acquisire consapevolezza dei propri sbagli ma anche di trovare negli altri una possibilità per mostrare, dopo aver mostrato il peggio, anche il loro meglio», spiega Puglia.

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