A Dubai il tesoro degli usurai napoletani: «Vendi i tuoi figli e dacci i soldi»

A Dubai il tesoro degli usurai napoletani: «Vendi i tuoi figli e dacci i soldi»
di Leandro Del Gaudio
Martedì 12 Novembre 2019, 23:00 - Ultimo agg. 13 Novembre, 12:01
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«Vendi i figli e portaci i soldi. Allora non hai capito? Devi vendere i tuoi figli e devi pagare i soldi che hai “comprato”, quelli che ti abbiamo venduto». E ancora, quando ormai il commerciante ha capito che a Napoli tira una brutta aria: «Non te lo dovrei dire, ma è meglio che qui a Napoli non torni più». Parole, paura e violenza intercettate in questi mesi, nel corso di un’inchiesta che vede al momento detenuto Gennaro Trambarulo, presunto boss del clan Mallardo, uomo da tempo indicato come esponente di spicco dell’alleanza di Secondigliano.

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Fermato per racket e usura la scorsa settimana (fermo poi convalidato dal gip), Trambarulo è indicato dal pool anticamorra come il presunto regista di un sistema di prestiti a strozzo e di racket imposto a esercizi commerciali e imprenditori napoletani. Sono due i casi finora ricostruiti dalla Dda di Napoli, che attualmente tengono in cella Trambarulo e la sua convivente Carmela Pellegrini, in relazione a prestiti a usura che avrebbero raggiunto in pochi anni cifre da capogiro, fino a 250mila euro in più rispetto alla somma iniziale. Due casi circoscritti, sui quali dovrà esprimersi il Tribunale del Riesame nei prossimi giorni, che spingono la Procura di Napoli ad approfondire altri episodi sospetti. Si indaga su altri casi, almeno una dozzina di possibili episodi su cui la Procura di Napoli vuole vederci chiaro.




Nella foto Gennaro Trambarulo


Sono commercianti, imprenditori, ex titolari di aziende che hanno dichiarato il fallimento, gente che si è messa in mano alla «banca della camorra», costretta a farsi prestare soldi diventati la loro condanna. C’è chi è finito in ospedale, con le ossa rotte, limitandosi a denunciare un semplice incidente di viabilità, provando - forse - a nascondere vessazioni e pestaggi; c’è chi invece ha lasciato Napoli, di fronte a quella minaccia chiara, che quasi sempre ha una voce femminile: «Non me ne fotte dei problemi che hai avuto, portaci i soldi che ti abbiamo prestato, se non li tieni, venditi i figli, altrimenti te li ammazziamo, e portaci i soldi». Parole che raccontano uno scenario, che spingono gli inquirenti in queste ore a raccogliere nuove testimonianze, nel tentativo di chiudere il cerchio attorno a un presunto gruppo di cravattari legati a doppio filo alla Alleanza di Secondigliano. Difesi dai penalisti Raffaele Chiummariello e Francesco Foreste, Trambarulo e Pellegrini puntano a dimostrare la propria estraneità rispetto alle accuse e sono pronti a chiedere la revoca degli arresti dinanzi al Riesame. 

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Un’inchiesta condotta dai pm Simona Rossi, Maria Sepe e Ida Teresi, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, in uno scenario investigativo che fa leva anche sui recenti viaggi all’estero di Trambarulo e della propria convivente. Ad ottobre scorso, i due indagati sono andati a Dubai. Non una meta qualunque, ma un luogo ritenuto al sicuro dalle indagini italiane, come insegna l’esperienza di Raffaele Imperiale (il broker che custodiva i due Van Gogh rubati ad Amsterdam e venduti al camorrista all’inizio di questo secolo), inseguito da anni dalle indagini dei pm Maurizio De Marco e Vincenza Marra. Un luogo al sicuro, a prova di rogatoria, in cui si sono recati lo scorso ottobre (e forse anche a luglio) Trambarulo e la convivente. Viaggi all’estero che, nell’ottica della Procura, servivano a far perdere le tracce in attesa della condanna all’ergastolo comminata dalla Corte di assise di Napoli a carico di Trambarulo, per il quale i giudici hanno respinto la richiesta di arresto.

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Ergastolano a piede libero (per l’omicidio Di Gennaro), Trambarulo ha lasciato l’Italia ad ottobre, nel timore che il Riesame si esprimesse sulla nuova richiesta di arresti. E dove è andato il presunto omicida? Stando alla ricostruzione dei carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna, Trambarulo sarebbe partito di notte da Secondigliano, accompagnato da un gruppo di collaboratori. È arrivato in auto a Nizza, da dove è volato alla volta di Dubai. Un viaggio da uomo libero - precisa la difesa - che è stato ripetuto sulla stessa rotta dalla convivente: anche in questo caso, la donna viene scortata (dallo stesso accompagnatore di Trambarulo) a Nizza, dove poi si reca a Dubai. E i due faranno rientro a Napoli dopo qualche giorno di vacanza (nel frattempo il Riesame è stato rinviato a metà novembre), in uno scenario che spinge la Procura a ragionare sull’utilità della trasferta negli Emirati e sul clima di violenza registrato in questi anni: ci sono altri imprenditori disposti a denunciare violenze e minacce?
 

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