Non ho molto altro da raccontare: mio marito era una persona perbene, un padre che ogni mattina si alzava all'alba per andare a lavorare. Viveva in funzione della famiglia, ha cresciuto i figli educandoli al rispetto verso gli altri e verso se stessi. Non beveva, non fumava e ai nostri ragazzi raccomandava di fare lo stesso, imponendo loro di rientrare presto la sera, di fare una vita regolare e di stare lontano da droga e alcool. Per uno scherzo beffardo del destino è stato ucciso da un folle che guidava ubriaco. La notte prima di morire aveva sognato di essere arrestato: io l'ho tranquillizzato dicendogli che i carabinieri e i poliziotti, secondo interpretazioni che si tramandano di padre in figlio, sono le anime del Purgatorio che accorrono in aiuto. Ma, forse, era un triste presagio. Il resto, non conta: spero che all'assassino diano l'ergastolo e di perdono non voglio neppure sentire parlare. Semplicemente vogliamo giustizia per mio marito, per noi».
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