La mappa degli sprechi in sanità: al Sud la maglia nera

La mappa degli sprechi in sanità: al Sud la maglia nera
Mercoledì 16 Marzo 2016, 19:55 - Ultimo agg. 17 Marzo, 08:42
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Si concentrano al sud ma non risparmiano il nord gli sprechi segnalati dal Rapporto «I due volti della sanità. Tra sprechi e buone pratiche», presentato oggi da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato.

Partendo dalla Sicilia, al Presidio ospedaliero Sirai (Asl Carbonia-CA) sono stati acquistati 8 ecografi di fatto inutilizzati visto che i medici formati per il loro utilizzo sono 3. Nel reparto di Radiologia dell'Ospedale di Acireale, un apparecchio per la risonanza magnetica viene utilizzato esclusivamente per i pazienti ricoverati.

In Sardegna, presso l'Unità operativa di ortopedia dell'Ospedale di Cagliari, sono stati acquistati letti troppo grandi che non entrano negli ascensori. Nel presidio ospedaliero di Lanusei (in Ogliastra) è stata costruita una sala emodinamica con tutta l'attrezzatura di ultima generazione ma è quasi ferma e non ci sono gli specialisti.

La Campania, non è da meno. Il nuovo complesso operatorio del San Paolo di Napoli, costruito nel 2006 su 900 metri quadri lavora a regime ridotto solo 5 ore al giorno. Nella provincia di Salerno, per il blocco del turn over, i medici vengono mandati in trasferta tra ospedali e aziende ospedaliere, con un costo orario di 63 euro.
In Calabria, nell'azienda ospedaliera di Reggio Calabria dal 2010 è stato realizzato un reparto di cardio-chirurgia con apparecchiature all'avanguardia mai utilizzate, a causa della mancata nomina di una equipe. I malati nel frattempo si curano altrove e l'azienda spende soldi per controllare i macchinari.

In Puglia, l'ospedale di Venere, in provincia di Bari, ha un reparto di ginecologia e ostetricia ristrutturato da poco, ma la sala operatoria di ostetricia è chiusa per carenza di personale.

In Umbria, presso l'ospedale di Pantalla-Todi (PG) sono stati assunti solo gli infermieri, mentre i medici vengono da Perugia, con una spesa della Asl che ammonta a 350mila euro l'anno.

Salendo in Piemonte, le ambulanze di Grugliasco (TO) dispongono di dispositivi per la telemedicina spesso malfunzionanti. A Tortona (AL) è stato chiuso il reparto di maternità, nonostante i locali fossero stati da poco rinnovati e le attrezzature, tra cui una vasca per il parto in acqua, sono rimaste inutilizzate.

In Emilia Romagna cittadini della AUSL di Forlì segnalano sprechi nelle gare di acquisto per protesi ed ausili: i plantari costano 120 euro, mentre la pubblica amministrazione li acquista a 180 euro ognuno.
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