Lara, il sogno spezzato di diventare cantante e quel brano profetico: «Galleggiare»

Lara, il sogno spezzato di diventare cantante e quel brano profetico: «Galleggiare»
di Rosa Palomba
Martedì 15 Agosto 2017, 15:57 - Ultimo agg. 16 Agosto, 09:00
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Bacoli. Avvolta nella sua bella muta da sub. Nessuno può toccarla fino all’autopsia. Riconosciuta e abbracciata dai suoi genitori dopo il recupero a Ischia, la salma di Lara Scamardella è adesso al Secondo Policlinico di Napoli. Accanto a quella del suo istruttore Antonio Emanato. L’adolescente e uno degli esperti di immersione fra i più accreditati in Campania; uccisi domenica mattina chissà da cosa sotto la Secca delle Formiche tra Procida e Ischia. 
Nel piccolo porto di Baia soltanto chi arriva da fuori si gode il mare e la vacanza; tra la gente del posto sembra invece calato il gelo. I familiari di Antonio Emanato qui sul molo hanno un ristorante; e sempre nei locali della zona, Geppino Scamardella, il papà di Lara, musicista, suonava spesso. Imbracciava la sua chitarra fra i tavoli di un ristorante quando la notizia è volata a lui. Stava suonando, ha avuto un malore. Come la moglie Sandra: «Con la morte della loro unica figlia - dicono adesso i parenti - è finita anche la loro vita». 

Antonio Emanato era un sub esperto, titolare del diving center Sea World, una famiglia di mare. Lara era nipote “d’arte”: il nonno paterno fu tra i primi a scoprire la città sommersa di Baia. Adesso, il lutto colpisce tutta l’area flegrea: «Era una ragazzina speciale - dice Flavia Guardascione, ex assessore di Bacoli e parente della giovane vittima - Un portento». 

Era una bambina la cui formazione era ragione di vita per il papà Antonio e la moglie Sandra, che si erano conosciuti in locale proprio mentre il papà di Lara suonava. Ieri, al ritorno da Ischia, dove è stato recuperato il corpo della loro bambina, in preda allo choc sono stati ospitati da alcuni parenti nel Casertano, lontano dai curiosi, dagli obiettivi, dal mondo che adesso è buio più dei fondali che hanno inghiottito i due sub. 

La passione per il mare, ma anche quella per la vela; l’eccellente rendimento a scuola e il canto. Percorsi che seguiva come parte del suo Dna. La piccola aveva infatti ricalcato le orme paterne, scegliendo di perfezionare la sua voce. Così lo scorso anno aveva cominciato a prendere lezioni alla Flegrea Music Academy. Pochi mesi di insegnamenti le erano serviti per vincere un concorso canoro a luglio 2016, l’ ’Euro Kids Singer Contest, nell’ambito dell’Euro Talent International Contest For Singer a Maiori, classificandosi prima con il brano «Galleggiare», di Serena Bracale. Una canzone che racconta di un amore spezzato, il cui titolo, però, lascia senza parole oggi. «Sono da domenica pomeriggio a pensarci, appena ho saputo la notizia – racconta il maestro Milucci – La dolce Lara. A Maiori, al concorso, ho scoperto l’essenza di questa piccola donna. Prima di salire sul palco, e durante l’esibizione, sguardi di intesa con il papà. Carichi di messaggi. Poi quell’emozione raddoppiata il giorno della premiazione al Comune, quando il sindaco ci consegnò un riconoscimento. Lei era così, senza parlare trasmetteva con i suoi dolci occhi tutta la voglia di vivere. Una ragazza piena di virtù, dedita a coltivare interessi, ad arricchire la sua formazione. Non aveva Facebook, niente cellulare. Per scelta, per restare forse ancorata a un mondo concreto e meno astratto. A scuola voti alti. Proprio nella sua scuola, alla San Paolo di Tarso, ci siamo incontrati. Il preside, Francesco Gentile, me la presentò come una delle migliori alunne, con doti al di fuori della norma. Ed aveva ragione. Tanto da essere scelta per partecipare alle olimpiadi dei giochi matematici alla Bocconi di Milano e arrivare tra i finalisti. Piccola e dolce Lara». «Figlia unica – continua ancora il maestro – amava follemente il suo cagnolino e la sua famiglia. Al di fuori delle mura domestiche c’erano le sue passioni. Le immersioni, la vela e la musica. Era silenziosa e discreta, ma radiosa». Ha la voce carica di emozione il maestro di musica di Lara mentre racconta la storia di una quasi adolescente, affacciata al mondo. «Ha cantato in pubblico per l’ultima volta l’estate scorsa – aggiunge Milucci – nella sua Baia, nella nostra comunità, in piazza De Gasperi. Il suo vestito laminato blu l’ha resa quella sera ancora più speciale. E con la sua voce ha meravigliato e coinvolto tutti, cantando Over the rainbow, colonna sonora del Mago di Oz. Una piccola Dorothy per davvero. Un giorno ricanteremo insieme e non proveremo più questo immenso dolore che non andrà più via fino alla consumazione di questa vita che non troverà più pace senza di lei. Sono convinto sia morta per amore – conclude il maestro – un amore che aveva dentro di sé. Suo nonno è stato tra i primi a scoprire la città sommersa, a cui la nostra comunità è molto legata. Don Peppino il tabaccaio, con sua moglie Iolanda, erano conosciuti da tutti». 

Il mare che fa rilassare, divertire, che dà lavoro. Il mare che fa disperare. Al Secondo Policlinico di Napoli, la salma della giovane Lara arriva tra i parenti di Alessia Piatti, che tra qualche settimana avrebbe compiuto 19 anni. Quattro giorni fa la ragazza fu trascinata in acqua da un’onda. Il suo cadavere fu recuperato a fatica. I suoi genitori sono nella sala d’attesa dell’obitorio. Inconsolabili, ieri pomeriggio hanno saputo che l’autopsia era appena terminata. 


(ha collaborato Elisabetta Froncillo

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