Lo stadio di Casal di Principe intitolato ad Angelo Scalzone, oro olimpico a Monaco '72

Angelo Scalzone
Angelo Scalzone
di Diego Scarpitti
Sabato 26 Agosto 2017, 23:38
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Cambiamenti in atto. Rotola sul manto erboso la speranza nella terra di don Peppino. Diana e Scalzone due simboli luminosi e concreti dai quali intende ripartire la comunità locale. Fede e sport orientano il cammino e guidano le coscienze, procedono di pari passo, indicano un riscatto possibile. “Per amore del mio popolo non tacerò” indimenticate le parole pronunciate dal parroco anti camorra di San Nicola, che riprendeva il profeta Isaia nel documento diffuso in tutte le chiese della forania, ucciso barbaramente nel giorno del suo onomastico nel 1994. Dal chicco di grano, caduto non invano, la linfa vitale per un nuovo inizio. Come nuovo sarà il nome dello stadio comunale di Casal di Principe, che verrà intitolato in onore dell’infallibile cecchino azzurro, Angelo Scalzone, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Monaco 1972 nel tiro al volo. Dopo il viale a lui dedicato a Castel Volturno, l’impianto sportivo nel circondario casertano porterà la denominazione di un suo valoroso figlio e ricorderà a futura memoria le gesta del campione a cinque cerchi, nato a Casal di Principe il 2 gennaio 1931.  

“Un casalese doc, che ha sempre fatto valere le sue origini. Casal di Principe sua terra natia. Si è sempre sentito casalese, nonostante vivesse a Castel Volturno da quando era piccolo” dichiara il nipote pallanuotista Andrea Scalzone. La cerimonia ufficiale di intestazione si svolgerà il 9 settembre, data scelta non in modo casuale, a distanza di 45 anni esatti dalla grande festa che si tenne a Casale, per celebrare la straordinaria vittoria maturata ai Giochi olimpici nella Germania Ovest. Presenzierà l’assessore allo sport Ludovico Coronella. “Siamo fieri e orgogliosi di questa iniziativa. Sicuramente il popolo di Casal di Principe risponderà alla grande così come la famiglia degli sportivi” dichiara soddisfatto Scalzone junior.

La delibera comunale numero 13 del 26 febbraio 2016 trova pratico riscontro. Un “atto dovuto” nonostante il considerevole ritardo nella patria di Angelo “don Peppino” Scalzone. Meglio tardi che mai. 
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