L'emergenza migranti, 10mila profughi fantasma: oltre la metà in Campania

L'emergenza migranti, 10mila profughi fantasma: oltre la metà in Campania
di Valentino Di Giacomo
Domenica 27 Agosto 2017, 12:38 - Ultimo agg. 28 Agosto, 12:25
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Contrasto del disagio e della tensione sociale, prevenzione anti-terrorismo e rispetto stringente delle regole e delle leggi. È su questi tre obiettivi che si sta concentrando il Viminale, visto che il ministro Minniti è ben consapevole che la questione migranti può rappresentare una minaccia esplosiva come già avvenuto giovedì scorso a Roma. Non è solo un discorso di sicurezza effettiva, ma soprattutto della percezione da parte dei cittadini del controllo del territorio. Una questione, quella dei migranti e della loro collocazione, per troppi anni sottovalutata.

In Campania, ma non solo, la stragrande maggioranza dei Comuni non possiede registri attendibili su quanti migranti risiedono e su quale sia il loro status giuridico. Nessuno sa, inoltre, se si tratta di soggetti che hanno diritto alla protezione internazionale, se possono essere considerati rifugiati, profughi, migranti regolari o irregolari. Secondo un rapporto dell'Ong «Medici senza frontiere» dello scorso anno c'è un mondo «nascosto» dei richiedenti asilo oltre 10mila di questi che vivono in Italia «fuori dal sistema di accoglienza, in condizioni di precarietà e marginalità, senza alcuna assistenza istituzionale con scarso accesso alle cure mediche, in decine di siti informali sorti spontaneamente lungo la penisola». Un numero che in realtà sembra essere raggiunto per difetto se si pensa che solo in Campania, nel comune di Castelvolturno di situazioni simili se ne trovano a migliaia, almeno cinquemila.
 



Gli immigrati sono stati distribuiti ovunque ci fosse un buco pronti ad ospitarli: i lidi e le villette di Licola e Varcaturo nel comune di Giugliano; gli hotel di Marano, appartamenti a Porta Nolana nel cuore di Napoli, o l'hotel Sayonara di piazza Garibaldi. Ma questi rappresentano solo una minima parte degli stranieri che risiedono in provincia di Napoli. Di altre migliaia non se ne sa nulla una volta che termina il loro periodo di ospitalità nelle strutture di prima e seconda accoglienza. Non di rado come denunciato dalle ong gli stranieri sopratutto nel Mezzogiorno finiscono in alloggi dove si viene ricattati dai boss dell'accoglienza, spesso italiani senza scrupoli. Per questo l'obiettivo sarà censire anche in Campania tutte le case occupate abusivamente, tutte le situazioni di evidente degrado che mettono a rischio sia la popolazione che l'incolumità degli stessi immigrati. Nel solo comune di Napoli ci sarebbero 2mila persone in questa situazione.

La linea d'intervento decisa dal Viminale non è dettata solo da ragioni di rispetto della legalità e di tensione sociale, ma anche per garantire un'adeguata prevenzione in tema di anti-terrorismo. «Tutti gli attentatori nei recenti attentati erano cittadini europei ha più volte ripetuto il ministro dell'Interno quindi è evidente che il problema non è la migrazione, ma la mancata integrazione». Nonostante questo proprio a causa dell'ondata di migranti che ha coinvolto l'Italia negli ultimi anni riconoscono al Viminale è più difficile riuscire ad integrare gli immigrati se non si gestisce a fondo il problema a cominciare da dati certi. Una gestione decisiva su più fronti.
Nel dossier dell'organizzazione umanitaria che tentava di far luce su quel mondo sotterraneo ci era finito anche il palazzo romano di via Curtatone dove giovedì scorso è intervenuta la polizia con gli idranti per ripristinare le condizioni di legalità. Ma nella sola Capitale ci sarebbero altri 18 immobili che presentano le stesse caratteristiche di quello nei pressi della stazione Termini.

Già la prossima settimana, il Viminale emanerà una circolare a tutti i prefetti per chiedere un censimento accurato. Anche se non sarà un'operazione semplice. Risulterà ad esempio difficilissimo rintracciare tutti i migranti a cui è stata rigettata la richiesta di asilo e ai quali, generalmente, viene consegnato un foglio dove si invita il soggetto a lasciare l'Italia entro 7 o 15 giorni. Ma il più delle volte quel foglio resta carta straccia. Gli stranieri considerati irregolari sono quelli che non dispongono di un permesso per rimanere sul territorio italiano né turistico, né lavorativo, né una forma di protezione internazionale e nemmeno sono in attesa che la loro richiesta venga esaminata. Si tratta di numeri elevatissimi. Nel solo 2016 sono stati fermati 38.284 migranti irregolari, dei quali però più di 21mila non sono stati né allontanati dal territorio nazionale e nemmeno rimpatriati. Dove sono andate queste persone e come vivono? Alcune di queste spesso emigrano clandestinamente verso il Nord Europa, altri invece restano trovando, soprattutto al Centro-Sud, lavori a nero oppure andando ad ingrossare le fila della malavita. Difficile rintracciarli tutti, sono poche le questure e i comuni che riescono a monitorare in maniera capillare questi movimenti.

Tra i pochi esempi virtuosi c'è Milano dove le procedure sono velocissime e dall'identificazione attraverso le impronte digitali del migrante irregolare, fino alla sua espulsione, trascorrono pochi giorni.
Una situazione che è diventata ai limiti dell'ingestibile anche a causa dei massicci flussi migratori dopo la caduta del regime di Gheddafi in Libia e gli oltre 500mila migranti giunti in Italia sulla rotta del Mediterraneo centrale in appena tre anni. In Campania lo stress test per la rete dell'accoglienza ha avuto un impatto fortissimo.

 

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